La questura di Milano ha diffuso un fotogramma nel quale si vede l’attentatore di Berlino, Anis Amri, al suo arrivo alla stazione centrale. Sono le ore 00.58 del 23 dicembre. Due ore più tardi Amri sarebbe rimasto ucciso nel conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni.
Cristian Movio, l’agente scelto che con il collega Luca Scatà ha fermato e ucciso il terrorista di Berlino, ha trascorso il Natale nella sua casa di Udine con la sua famiglia.
“Ho fatto il mio dovere”, le sue prime dichiarazioni dopo aver lasciato l’ospedale. L’agente, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, non vuole rispondere su cosa sia successo quella notte , della sparatoria, perchè dovrà prima raccontare la sua versione al magistrato che indaga.
Intanto si alza l’allerta in Italia e il Viminale schiera i super poliziotti: oltre 1.800 agenti e 400 macchine in più al giorno per una spesa che supera i 100 milioni di euro al mese.
Si teme la vendetta dell’Isis e proprio i poliziotti potrebbero essere un nuovo obiettivo dei terroristi, un po’ come accaduto in Francia.
Non saranno messi in campo più agenti in borghese ma in divisa e saranno le manifestazioni pubbliche, come i concerti in piazza, ad essere messi maggiormente sotto tutela. E se non rispetteranno le indicazioni fornite dal Viminale potrebbero anche essere annullate.
Intanto emergono nuovi particolari sulla morte dell’autista polacco del tir. Anis Amri gli ha sparato alla testa: lo scrive la Bild, citando risultati dell’autopsia. I medici escludono che Lukasz Urban “sia stato in grado di agire con consapevolezza” e quindi “di aggrapparsi al volante durante l’attentato”. Una prima ricostruzione aveva lasciato intendere che Urban avesse lottato costringendo il tir a sbandare, salvando molte vite.