Non sarà un felice Natale per i 1.660 lavoratori di Almaviva Roma. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, parlando dell’accordo transitorio per l’azienda dei call center ha dichiarato che “la Rsu di Roma non ha firmato, quella di Napoli sì”.
Il lavoro su Almaviva, ha spiegato Calenda, “è stato molto difficile perché doveva tenere conto sia dei problemi dell’azienda, che deve stare in piedi, ma anche di quelli dei lavoratori, che sono fragili in termini di occupazione e stipendio”. La scelta di Roma va rispettata, ha sottolineato il ministro che ha aggiunto: “Siamo contenti di aver preservato l’occupazione a Napoli, ma non vogliamo rilasciare una sensazione di entusiasmo, perché abbiamo solo guadagnato del tempo in più, non abbiamo ancora trovato la soluzione”.
Per Giorgio Serao, segretario nazionale della Fistel Cisl, la decisione di non firmare la proposta di mediazione del governo, presa nella notte dalle rappresentanze sindacali unitarie della sede romana del call center Almaviva Contact, “è irresponsabile e sottovalutata per gli effetti devastanti che da qui a poche ore genererà sui 1.660 lavoratori di Almaviva Roma”.
Per Riccado Saccone, segretario generale della Slc Cgil di Roma e del Lazio, “quello che è accaduto al tavolo Almaviva del Mise, dove le rappresentanze sindacali unitarie della sede romana, a differenza di quelle napoletane, non hanno voluto firmare l’accordo proposto dal ministro Calenda per evitare i 2.511 licenziamenti, è una cosa molto brutta e grave, il governo è venuto meno al suo ruolo di arbitro”.