Tremila prodotti falsificati e 5 imprese acclarate come importatrici dalla Cina sono state individuate dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dei servizi di prevenzione e repressione delle violazioni in materia di marchi contraffatti.
L’attività d’indagine, svolta sin dall’estate 2015 dai finanzieri della Compagnia di Vittoria su delega dell’Autorità Giudiziaria, è partita dalla denuncia da parte del rappresentante legale di una società con sede a Chiaramonte Gulfi titolare del marchio protetto da privativa industriale denominato ‘Arancinotto’.
Si tratta di uno stampo in materiale plastico per realizzare facilmente le tipiche arancine siciliane in casa, simbolo gastronomico per eccellenza della Sicilia, ideato genialmente da una famiglia ragusana.
Il marchio ‘Arancinotto’, infatti, risulta essere stato brevettato da una società ragusana con certificato di registrazione rilasciato nel 2014 dal Ministero dello Sviluppo Economico – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e valido all’interno dell’Unione Europea. Pertanto, qualsiasi commercializzazione di prodotto in assenza di tale brevetto o di un documento che ne attesti l’acquisto lecito dal titolare del medesimo, ovvero l’importazione/produzione di prodotti simili con medesima funzionalità comportano violazioni di carattere penale, in quanto idonei a trarre in inganno i clienti sulla reale provenienza e sulla qualità del prodotto, nonostante il prezzo di vendita a volte riscontrato anche pari al prezzo del prodotto originale.
I militari della Compagnia di Vittoria, attraverso l’incrocio delle numerose banche dati a disposizione e un attento controllo economico del territorio, hanno pertanto proceduto a ricostruire la filiera del falso: attraverso riscontri effettuati presso centri commerciali, negozi all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti casalinghi, mercati rionali settimanali, fiere, sagre, ovvero tramite il monitoraggio dei principali siti di e-commerce e social network (quali “eBay”, “subito.it” e “facebook”), è stata individuata una sempre più progressiva e vasta distribuzione e vendita, sia in ambito siciliano che nazionale, di diverse versioni e/o tipologie del prodotto contraffatto, sempre più in grado di trarre in inganno l’acquirente medio. Nello specifico, dalla numerosa documentazione fiscale esaminata dalle Fiamme Gialle, è stato possibile riscontrare la fabbricazione illegale del prodotto in Cina, presumibilmente su input di connazionali presenti sul territorio italiano.
Complessivamente, oltre al sequestro di circa 3 mila prodotti contraffatti, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria competente 127 individui per l’importazione/vendita degli articoli falsificati e segnalate circa un centinaio di imprese coinvolte, di cui almeno 5 acclarate come importatrici dalla Cina della citata merce, grazie alla documentazione fiscale riscontrata.