Terremoto improvviso a Milano. Il sindaco ed ex a.d. di Expo Giuseppe Sala, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta sulla cosiddetta “Piastra dei servizi” dell’Esposizione Universale, uno degli appalti più consistenti della manifestazione internazionale. Sala è accusato di falso.
Sala, poco dopo le 11.30 è arrivato alla Prefettura di Milano, per comunicare formalmente al Prefetto, Alessandro Marangoni, la sua decisione di autosospendersi dall’incarico. L’autosospensione “è una scelta che può essere fatta quando ci sono degli impedimenti di varia natura, in questo caso il sindaco ha scelto a caldo, subito dopo le notizie ricevute. Ovviamente a questo punto sarà la vicesindaco Anna Scavuzzo ad assumere le funzioni e le veci del sindaco“, ha spiegato il presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolè.
“Nelle prossime ore valuteremo, ci incontreremo con i capigruppo per aggiornarli – ha concluso – alla luce anche dell’incontro che il sindaco avrà con il prefetto”. Lo Statuto del Comune di Milano prevede la cessazione della carica di sindaco “per dimissioni, impedimento permanente, rimozione, decadenza e decesso”. “Ha fatto un gesto di grande e rara sensibilità. Il sindaco ha la fiducia della nostra città”, ha detto il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.
“Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco”, aveva annunciato dopo aver appreso la notizia.”Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Formalizzerò l’autosospensione venerdì mattina nelle mani del Prefetto di Milano”.
La Procura aveva già indagato 5 persone: gli ex manager Expo Angelo Paris e Antonio Acerbo, l’ex presidente della Mantovani spa, Piergiorgio Baita, e gli imprenditori Ottaviano ed Erasmo Cinque. La richiesta di proroga delle indagini è stata avanzata nei giorni scorsi al gip Lucio Marcantonio dal sostituto pg di Milano Felice Isnardi.
Nell’atto, notificato oggi dal giudice ad alcuni legali, il pg spiega che sono necessari ancora una serie di “approfondimenti” e ciò soprattutto alla luce del fatto che si è dovuto procedere a “nuove iscrizioni” e che sono necessarie ancora “audizioni”.
Il nome di Sala era già comparso negli atti della ‘prima’ inchiesta. Secondo gli investigatori, l’allora amministratore delegato, il responsabile unico all’epoca del procedimento Carlo Chiesa e l’allora general manager Paris non avrebbero tenuto un comportamento “irreprensibile e lineare”.
Pur “con gradi di responsabilità diversi – chiariva la Gdf – attraverso le loro condotte fattive ed omissive hanno comunque contribuito a concretizzare la strategia volta a danneggiare indebitamente la Mantovani per tutelare e garantire, si ritiene, più che la società Expo 2015 Spa il loro personale ruolo all’interno della stessa”.
Sala, poi, come ha messo a verbale l’ex dg di Infrastrutture Lombarde spa Antonio Rognoni, avrebbe detto al manager che “non avevano tempo per potere verificare la congruità dei prezzi che erano stati stabiliti da Mantovani nel corso dell’esecuzione del contratto con l’inserimento di costi aggiuntivi, e per verificare se l’offerta era anomala o meno“.
L’indagine per turbativa d’asta e corruzione era scattata nel 2012 ed era finita al centro dello scontro tra l’ormai ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati e l’ex aggiunto Alfredo Robledo, il quale, su decisione del primo, nel 2014 era stato di fatto estromesso dagli interrogatori ‘centrali’ dell’inchiesta.