Una neodiciotttenne era stata drogata e abusata da un branco che aveva anche filmato le violenze. Poi erano arrivate le minacce, insieme alla richiesta di tacere e ritrattare, in modo tale che i responsabili rimanessero impuniti, mettendosi d’accordo su una versione comune da fornire agli inquirenti. Il muro di omertà era stato eretto dalla Rete Antifascista Parmigiana (Raf). Ora in un blog, “Romantic Punx”, si grida giustizia.
I fatti risalgono al 12 settembre 2010: in quella data il centro sociale festeggia la ricorrenza della cacciata delle camicie nere da Parma nel 1922. In quell’occasione era presenta anche questa ragazza di Mantova, che fu stuprata tutta la notte.
Il caso si aprì in modo fortuito tre anni dopo, quando una bomba carta scoppiò accanto a una sede di Casa Pound a Parma. Durante le indagini, i carabinieri interrogarono anche la vittima, la quale raccontò si essersi allontanata da quell’ambiente a seguito di una “brutta storia”. I militari si misero in allarme e la convinsero a parlare: finirono così nei guai tre parmigiani e un romano, attualmente ai domiciliari in attesa che si concluda il processo.
Ma per la ragazza l’agonia non era ancora finita. Gli amici e compagni di militanza degli imputati l’hanno tempestata di sms e messaggi denigratori su Facebook, fino a quando un gruppo di ragazze del movimento ha deciso di rompere il silenzio e di condannare apertamente quanto accaduto, affermando che “uno stupro è sempre un atto fascista anche se chi lo commette si dichiara antifascista”. L’hanno fatto attraverso un blog denominato “Romantic Punx”, pronte a difendere a spada tratta la ragazza finché non verrà fatta giustizia.