Un forte allarme sulla povertà in Italia è stato lanciato dal Centro Studi di Confindustria. I poveri assoluti sono 4,6 milioni, soprattutto tra i giovani e al Sud, dati che segnalano un aumento del fenomeno del 157% rispetto al 2007. Ci troviamo in un contesto di “arretramento del benessere e di sfilacciamento sociale e politico che non ha precedenti nel dopoguerra”.
E se da un lato Confindustria rivede al rialzo le stime del Pil italiano, dall’altro avverte: “I rischi al ribasso sono alti a causa dell’incertezza politica seguita alla vittoria del “No” al referendum”. Nel 2016 il Pil aumenterà dello 0,9% dallo +0,7% precedentemente stimato e nel 2017 crescerà dello 0,8% (da +0,5%) per poi salire dell’1% nel 2018. Le nuove stime fotografano un’economia che “torna ad avanzare, ma lentamente e a corrente alternata”.
La revisione al rialzo delle previsioni è legato all’andamento migliore dell’economia registrato nel 2016. Si è tenuto inoltre conto della legge di Bilancio che prevede più flessibilità nel rapporto deficit-Pil e stimoli fiscali sugli investimenti. Gli esperti rivedono inoltre al ribasso le stime sul tasso di disoccupazione. Nel 2016 quest’ultimo si attesterà sull’11,4% (contro l’11,5% delle precedenti previsioni), mentre nel 2017 le attese sono per un tasso in discesa all’11% (11,2% secondo le precedenti previsioni).
Nel 2018 è stato invece previsto un tasso del 10,5%. L’occupazione totale (Ula) dovrebbe crescere dell’1,1% quest’anno e dello 0,6% l’anno prossimo. Confindustria si attende inoltre un aumento di 905mila occupati tra l’ultimo trimestre 2013 e la fine del 2018. Nell’estate 2013 si era raggiunto infatti il livello più basso dell’occupazione. Il numero di occupati resterà comunque ancora di 1,1 milioni di unità più basso rispetto al massimo registrato a inizio 2008.