Si è chiusa la terza e ultima giornata di consultazioni al Quirinale per formare un nuovo governo. Una chiusura sancita dal breve discorso del Presidente della Repubblica: “Nelle prossime ore valuterò quanto emerso da questi incontri e prenderò le soluzioni necessarie per risolvere la crisi di governo. Il Paese ha bisogno in tempo brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni. Vi sono adempimenti e scadenze che vanno affrontate e rispettate. É emersa la necessità di armonizzare della legge elettorale per Camera e Senato per potere svolgere nuove elezioni e il sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto. Auspico che il clima politico favorisca un rapporto dialettico, sereno e costruttivo”.
É stata una giornata in cui ha preso corpo l’ipotesi di un mandato a tempo per l’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, un’ipotesi che potrebbe andare bene anche a Matteo Renzi che nel frattempo sta lavorando per compattare il Pd, ultima delegazione sentita (intorno alle 18) e che rappresenta la maggioranza in Parlamento: “La direzione nazionale del PD ha chiesto a questa delegazione di proporre un governo di responsabilità nazionale per portare il prima possibile il Paese alle elezioni politiche. Abbiamo sottolineato il nostro sostegno alla soluzione che il Capo Dello Stato riterrà opportuna per uscire da questa crisi”.
Una posizione che non trova l’appoggio delle opposizioni, che in un modo o nell’altro, mirano ad una soluzione più rapida in vista di future elezioni. Queste le parole dei rappresentati del Movimento 5 Stelle: “Il governo Renzi e il PD hanno fallito. Qualunque nuovo governo calato dall’alto no avrebbe legittimazione popolare per governare e imporre ricette economiche a base di lacrime e sangue. Abbiamo chiesto di garantire il percorso più rapido per andare al voto, con la legge elettorale che deriverà dalla senza della Corte Costituzionale. Qualunque altra soluzione sarà un tradimento della volontà degli elettori: basta abusare della pazienza dei cittadini”. Posizione rilanciata da Beppe Grillo con un tweet:
La volontà dei cittadini va rispettata #VotoSubito https://t.co/ARzqAVhp1X pic.twitter.com/P5MZkBaJC3
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 10 dicembre 2016
Alle 16 si è svolto, invece, l’incontro con Forza Italia, al termine del quale Silvio Berlusconi ha affermato: Abbiamo illustrato al Capo dello Stato quella che riteniamo sia l’unica strada possibile: l’approvazione in tempi rapidi di una nuova legge elettorale condivisa con il Parlamento per permettere agli italiani di scegliere finalmente da chi vogliono essere governati. Una legge elettorale che renda omogenei i sistemi della Camera e del Senato e che garantisca la corrispondenza fra maggioranza parlamentare e popolare. Non siamo a favore di governi di larga coalizione: spetta al partito di maggioranza, il PD, il compito di formare e sostenere un governo per questa fine legislatura nel più breve tempo possibile”.
“Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l’importante è che il Paese esca dall’impasse e intervenga sui temi più di emergenza e sulla legge elettorale”, ha detto il senatore di Ala-Sc Denis Verdini al termine delle consultazioni. “Ala al governo? Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare, e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato”.
Anche il leader di Ncd Angelino Alfano si allinea a Verdini: “Per le necessità che abbiamo davanti a noi sarà importante una chiusura rapida della crisi di governo. Siamo disponibili a un Renzi bis o a formare un governo di responsabilità comune. Legge elettorale? “Corretto non attendere l’esito della Corte costituzionale. Noi abbiamo già pronto un disegno di legge con un impianto proporzionale, con premio di maggioranza”, conclude al termine delle consultazioni.
Ma le altre opposizioni non ci stanno: “Un ritorno di Renzi a Palazzo Chigi verrebbe vissuto come una sfida a milioni di elettori che hanno bocciato non solo le riforme ma che hanno espresso un giudizio drastico sulle politiche economiche, sociali, ambientali”. Lo afferma il capogruppo alla Camera di Sinistra Italiana-Sinistra ecologia e Libertà, Arturo Scotto, al termine delle consultazioni.
“Nasca un governo che consenta al Parlamento di varare una legge elettorale nuova, che preservi il diritto dei cittadini di eleggere i propri parlamentari e che archivi definitivamente l’illusione del governo maggioritario del capo. Governo Gentiloni? Assolutamente no, noi siamo chiari e netti. Discontinuità è discontinuità quindi non solo ‘no’ a Matteo Renzi ma anche a chi lo rappresenta”, ha detto la senatrice di Sel-Sinistra italiana Loredana De Petris, rispondendo ai cronisti dopo l’incontro con Mattarella.
Anche l’esponente di FI Renato Brunetta incalza: “Via il premier ma il Pd garantisca un altro governo”. “Diciamo sì a una collaborazione, fattiva e responsabile per dotare il Paese di una legge elettorale seria, che possa garantire governabilità e piena coerenza tra le scelte dei cittadini ed i loro rappresentanti parlamentari. E sul tema delle nuove regole elettorali, il pronunciamento a gennaio da parte della suprema corte sull’italicum sarà il viatico per una buona legge, immune da vizi”, ha detto Renato Schifani, senatore di Forza Italia, in una nota.
“Dire Gentiloni o dire Padoan significa dire Renzi Bis e noi diciamo no a Gentiloni per dire no a un Renzi Bis”. Così il senatore grillino Vito Crimi sull’ipotesi che l’incarico di formare un nuovo Governo sia affidato dal Presidente delle Repubblica a uno dei due ministri dimissionari.
Gli fa eco anche Luigi Di Maio su Facebook: “Gentiloni o chi per lui, è un avatar. Un prestanome di quello che aveva detto ‘se perdo il referendum lascio la politica’ (e invece è ancora tra i piedi a piazzare le teste di legno), colui che ha sempre e solo rappresentato gli interessi di quel sistema di potere che in questi anni ci ha imposto la’Buona scuola’, il Jobs Act, il Salva Banche, la legge Fornero, i 7 miliardi alle banche e i voucher per pagare gli stipendi”.
Intanto preoccupa il caso Mps. La Bce ha respinto la richiesta di proroga per l’aumento di capitale da 5 miliardi rendendo urgente un intervento del governo. Lo schema di decreto è pronto, ma il premier Renzi, spiegano fonti Pd, non avrebbe intenzione di firmarlo da dimissionario, lasciando la palla al nuovo esecutivo. Domani si riunisce il cda.
Questo il calendario delle consultazioni di oggi:
Rappresentanza del Gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie (Lna) del Senato e della Camera (ore 10.00); Rappresentanza del Gruppo parlamentare Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà (Si-Sel) della Camera (ore 10.30); Rappresentanza del Gruppo parlamentare Ala, Scelta Civica per la Costituente Liberale e Popolare del Senato e della Camera (ore 11.00); Rappresentanza del Gruppo parlamentare Area Popolare (Ncd-Udc) del Senato e del Gruppo parlamentare Area Popolare (Ncd) della Camera (ore 11.30); Rappresentanza del Gruppo parlamentare Forza Italia – Il Popolo della Libertà del Senato e della Camera (ore 12.00); Rappresentanza del Gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle del Senato e della Camera (ore 16.00); Rappresentanza del Gruppo parlamentare Partito Democratico del Senato e della Camera (ore 17.00).