È stato arrestato in flagranza di reato il 23enne Fabio Amoroso, giovane esponente della criminalità organizzata di Biancavilla (Catania). Le manette sono scattate nell’ambito di una attività investigativa anti-racket diretta dalla Procura distrettuale ed eseguita dai carabinieri di Paternò.
L’arresto è stato effettuato al termine di una articolata attività di indagine iniziata quando un imprenditore di Biancavilla, costretto da diversi anni a pagare ingenti somme di denaro a titolo di “protezione”, decise di collaborare con le forze dell’ordine confermando il grave quadro indiziario.
La Procura Distrettuale ha poi emesso il provvedimento di fermo nei confronti di altri 7 soggetti di Biancavilla, tutti appartenenti alla criminalità organizzata, e gravemente indiziati in ordine al reato di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso. “L’attività estorsiva posta in essere dagli indagati nei confronti del denunciante partiva dall’anno 2012″.
“Ma – spiegano i carabinieri – si era progressivamente aggravata con ulteriori e sempre più intollerabili vessazioni e continue richieste di somme di denaro”. I fermati sono:
- Vincenzo Salvatore Panebianco, 26 anni, pregiudicato;
- Vincenzo Manforte, 30 anni, incensurato;
- Tino Caruso, 38 anni, incensurato;
- Placido Merlo, 34 anni, pregiudicato;
- Antonino Aricò, 34 anni, pregiudicato;
- Angelo Santi, 39 anni, pregiudicato;
- Alfio Ambrogio Manforte, 47 anni, pregiudicato, fermato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, luogo di residenza.
Nei confronti di altri quattro soggetti è stata invece notificata ordinanza di custodia cautelare in carcere per lo stesso reato:
- Giuseppe Amoroso, 44 anni, pregiudicato;
- Gregorio Gangi, 27 anni, pregiudicato;
- Massimo Merlo, 44 anni pregiudicato;
- Roberto Maglia, 29 anni, pregiudicato.
I provvedimenti cautelari “tengono conto, come detto, di una lunga e complessa attività d’indagine nei confronti di appartenenti al clan “Mazzaglia – Toscano – Tomasello”, attivo nel comune di Biancavilla e considerato articolazione della famiglia catanese “Santapaola-Ercolano”.
I riscontri investigativi svolti, caratterizzati anche da attività tecniche di intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre a riprese video, “hanno permesso di ricostruire minuziosamente l’azione estorsiva, e di evidenziare i ruoli e le dinamiche del citato clan biancavillese”.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria gli arrestati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Catania Bicocca, ad esclusione di Alfio Ambrogio Manforte, associato presso l’istituto penitenziario di Reggio Emilia.