Caltanissetta, colpo al clan Madonia – Niscemi | Arrestati 7 pregiudicati niscemesi FOTO/VIDEO

di Redazione

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Caltanissetta, colpo al clan Madonia – Niscemi | Arrestati 7 pregiudicati niscemesi FOTO/VIDEO

| martedì 06 Dicembre 2016 - 08:31

La Polizia di Stato di Caltanissetta in collaborazione con i Carabinieri di Ragusa ha arrestato, nel corso dell’operazione denominata ‘Guardian’, sette pregiudicati niscemesi, accusati di associazione mafiosa ed estorsioni aggravate dalle modalità mafiose. Si tratta di Montalto Sebastiano, niscemese cl.1969, già detenuto presso la casa di Reclusione di Augusta (SR); Amato Francesco, vittoriese cl.1970, già agli arresti domiciliari; Di Pasquale Salvatore, niscemese cl.1966, già agli arresti domiciliari; Rizzo Damiano, niscemese cl.1979; Cultraro Giacomo, niscemese cl.1971; Ferrera Giuseppe, niscemese cl.1966 e Pisano Giuseppe, niscemese cl.1974.

Gli arrestati sono considerati appartenenti allo storico clan Madonia – famiglia di Niscemi, a sua volta facente parte del mandamento di Gela.

Le indagini hanno permesso di far luce sul fenomeno della ‘guardiania’ nei confronti dei titolari di aziende agricole site nei territori di Acate (RG) e Niscemi (CL), ai quali veniva imposta l’assunzione, con le mansioni di guardiani, di appartenenti al clan che, grazie al controllo di tutte le attività criminali svolte nel territorio ove erano ubicate le aziende, erano in grado di garantire alle vittime che non avrebbero più subito i furti e danneggiamenti che si verificavano prima della loro assunzione.

I proventi dell’attività estorsiva erano rappresentati dai compensi che venivano corrisposti ai guardiani assunti, rappresentati da somme di denaro di circa mille euro mensili o altre forme di regalie costituite da prodotti agricoli.

I guardiani Giuseppe Ferrera, Damiano Rizzo, Giuseppe Pisano e Giacomo Cultraro imponevano il ‘pizzo’ anche con l’uso delle armi. Il provento della attività illecita serviva, da un lato, per pagare la manodopera prestata dagli stessi guardiani (circa € 1.000 mensili) e dall’altro per il sostentamento dei familiari del loro capo, Sebastiano Montalto, mentre quest’ultimo si trovava detenuto in carcere.

Gli episodi estorsivi contestati nel provvedimento cautelare sono sei, relativi ad un arco temporale molto ampio, compreso tra l’anno 2001 e l’anno 2015.

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