Svolta nelle indagini sull’omicidio di Giuseppe Damiano Cricrì, il 40enne trovato carbonizzato nella sua auto nelle campagne di Acquaro, nelle campagne di Vibo Valentia.
I carabinieri di Serra San Bruno stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di una donna e di due uomini.
I tre sono ritenuti responsabili, a vario titolo dei reati di omicidio e di distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere. Il ritrovamento del cadavere avvenne il 22 ottobre 2013.
In manette sono finiti Liberata Gallace, 51 anni, il figlio Alfonsino Ciancio, 28 anni e Fiore D’Elia, 63 anni. D’Elia era, secondo gli inquirenti, amante della donna, che era divorziata.
La vittima, Giuseppe Cricri, avrebbe allacciato una relazione sentimentale con Liberata Gallace, decidendo, dopo qualche mese, di troncarla, scatenando la reazione della donna che, aiutata dal figlio e dall’altro amante, D’Elia, avrebbe colpito con un corpo contundente più volte al viso la vittima, uccidendola.
Il cadavere fu poi caricato sull’auto di Cricri e trasportato in località “Boschetto”, nella frazione Limpidi di Acquaro, dove poi fu dato alle fiamme nella stessa vettura. La ricostruzione degli inquirenti è stata possibile grazie alle intercettazioni telefoniche nel corso delle quali sarebbe anche emerso che gli autori del delitto si vantavano di quanto avevano fatto.