L’ex presidente del Consiglio e fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi, ha svelato il suo voto al prossimo referendum costituzionale. In una nota fa sapere che “anche se le riforme proposte non hanno certo la profondità e la chiarezza necessarie, tuttavia per la mia storia personale e le possibili conseguenze sull’esterno, sento di dovere rendere pubblico il mio sì, nella speranza che questo giovi al rafforzamento della nostre regole democratiche soprattutto attraverso la riforma della legge elettorale”.
“Un sì naturalmente rispettoso nei confronti di chi farà una scelta diversa – continua la nota – Dato che nella vita, anche le decisioni più sofferte debbono essere possibilmente accompagnate da un minimo di ironia, mentre scrivo queste righe mi viene in mente mia madre che, quando da bambino cercavo di volere troppo, mi guardava e diceva: ‘Romano, ricordati che nella vita è meglio succhiare un osso che un bastone’. Profonde sono le ragioni che mi hanno fino ad ora consigliato di non rendere esplicito il mio voto sul referendum”.
“Sono ormai molti anni che non prendo posizione su temi riguardanti in modo specifico la politica italiana e, ancora meno, l’ho fatto negli ultimi tempi – sta scritto -. Questa scelta mi ha di conseguenza coerentemente tenuto lontano dal prendere posizione in un dibattito che ha, fin dall’inizio, abbandonato il tema fondamentale, ossia una modesta riforma costituzionale, per trasformarsi in una sfida pro o contro il governo”.
Oggi ha ribadito il proprio ‘No’ al referendum costituzionale, il leader della Lega, Matteoo Salvini che al Forum all’ANSA ha dichiarato che “se vincesse il ‘Sì’ avremmo una pessima Costituzione. Renzi immagina di rimanere al governo per 20 anni. E secondo me andrebbe a elezioni anticipate comunque per il regolamento dei conti interno al suo partito”. Secondo Salvini, se vincesse il ‘No‘, anche se Renzi si dovesse dimettere, il presidente della Repubblica, contando su molti parlamentari che non vogliono andare al voto, “proverà uno, due, tre volte a fare un governo…”.
“Secondo me – ha continuato Salvini – Renzi fa saltare il tavolo comunque, sia che vinca il Si sia che vinca il No, con buona pace del Financial Times e dei mercati”.