Sono in tutto nove le persone finite in manette fra ieri e oggi a Sydney, in Australia, per l’uccisione due settimane fa di Pasquale Barbaro (35 anni), boss della locale ‘ndrangheta. La polizia ha eseguito 13 mandati di perquisizione e sono ora incriminati per omicidio nove uomini di età fra 18 e 29 anni, ha detto il vicecommissario di polizia Mark Jenkins.
Sono state sequestrate numerose armi di diverso calibro, giubbotti antiproiettile e maschere, oltre a 11 auto, 40 telefoni cellulari, una cassaforte, droga e contante. Dopo una serie di otto omicidi in pochi mesi fra membri delle diverse bande, la polizia ha formato due settimane fa una speciale task force, ora entrata in azione.
“Questa non è la fine – ha detto Jenkins – continueremo a prendere di mira questi individui attraverso indagini metodiche e strategie di intervento. Gli arresti continueranno“. In una guerra fra bande per il controllo del mercato della droga, Barbaro, che un anno fa era sopravvissuto a un simile agguato, è stato ucciso con numerosi colpi mentre usciva dalla casa di un suo associato.
Barbaro portava lo stesso nome del nonno, ucciso in una simile esecuzione nel 1990. Suo zio, anche lui Pasquale Barbaro, sta scontando 30 anni di carcere per l’importazione nel 2009 della quantità record di 4,4 tonnellate di ecstasy: 15 milioni di pasticche nascoste in 3mila barattoli di pomodori provenienti da Napoli. E il cugino, anche Pasquale Barbaro, è stato assassinato a Melbourne nel 2003 insieme a un noto boss criminale