Giornata da incubo a Piazza Affari per il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo, sospeso a ripetizione, è entrato in asta di volatilità dopo aver registrato un calo del 7,3%, a 18,55 euro. Il prezzo riflette il raggruppamento delle azioni nel rapporto di uno a cento che prende il via oggi.
Il titolo è successivamente tornato in contrattazione per poi crollare al prezzo di 17,15 euro, per poi toccare un minimo di 16,7 con oltre il 15% di perdita. Mps ha subito il contraccolpo psicologico della notizia diffusa dal Financial Time secondo cui in caso di vittoria del no al, referendum otto banche italiane – tra cui anche Mps – sarebbero a rischio fallimento. E un po’ tutti i bancari hanno fatto registrare copiose vendite per poi recuperare nel corso del pomeriggio e tornare a perdere pesantemente in prossimità della chiusura. Pesanti perdite pure per Unicredit.
Intanto passano da 11 a 10 i bond subordinati oggetto di conversione da parte di Mps. La banca senese ha comunicato infatti che il titolo “?699.999.999,52 Noncumulative Floating Rate Guaranteed Convertible FRESH Preferred Securities” è stato escluso dall’offerta volontaria.
Questo perché non è stato raggiunto il consenso del 50% del valore nominale in circolazione. L’ammontare in circolazione del bond era di soli 28,6 milioni su un totale di circa 4,3 miliardi di euro, motivo per il quale la notizia non ha destato particolare preoccupazione.
Resta invece in stand-by, fino al raggiungimento del quorum del 50%, l’avvio del periodo di adesione alla conversione per il titolo “220.000 Noncumulative Floating Rate Guaranteed Trust Preferred Securities”.