Ancora uno scandalo per il M5S dopo il caso “firme false” scoppiato a Palermo. A Bologna quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati per presunte irregolarità nella raccolta firme, si ipotizza la violazione della legge elettorale in occasione delle Regionali 2014. L’inchiesta è nata da un esposto presentato da due militanti.
Tra i quattro indagati c’è anche Marco Piazza, vicepresidente del Consiglio comunale. Ai quattro è contestata la violazione dell’articolo 90 comma 2 del Dpr 570 del 1960. Piazza sarebbe chiamato in causa in qualità di ‘certificatore’, insieme ad un suo collaboratore e ad altre due persone.
Tra le contestazioni c’è quella di aver “autenticato firme non apposte in loro presenza oppure in luogo diverso rispetto al requisito di territorialità, oppure in mancanza della qualità del pubblico ufficiale”. Si parla quindi di irregolarità nella raccolta delle stesse sottoscrizioni, per le liste circoscrizionali dei candidati del M5S
L’esposto fu presentato da Paolo Pasquino e Stefano Adani e riguardava una sottoscrizione ritenuta irregolare perché avvenuta al Circo Massimo di Roma, quindi fuori dal territorio di competenza, durante un raduno M5S, dal 10 al 12 ottobre 2014.
A Palermo, intanto, sono dieci gli indagati dalla Procura per le firme false per la presentazione delle liste del M5S alle comunali 2012. Si tratta dei deputati nazionali Riccardo Nuti e Claudia Mannino, i parlamentari regionali Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca, gli attivisti Samanta Busalacchi, Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso e Francesco Menallo, il cancelliere del tribunale Giovanni Scarpello e un decimo esponente con un ruolo minore nella vicenda