“Concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto“. Così papa Francesco nella Lettera Apostolica a conclusione del Giubileo. Pur ribadendo che “l’aborto rimane un grave peccato perché pone fine a una vita innocente”, il Santo Padre afferma però “che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre“.
“Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare ora viene esteso nel tempo”, ha aggiunto papa Bergoglio.
Nella sua lettera Francesco si rivolge dunque così ai confessori: “Non c’è legge né precetto che possa impedire a Dio di riabbracciare il figlio che torna da Lui riconoscendo di avere sbagliato, ma deciso a ricominciare da capo. Fermarsi soltanto alla legge equivale a vanificare la fede e la misericordia divina”.
“Anche nei casi più complessi, dove si è tentati di far prevalere una giustizia che deriva solo dalle norme, si deve credere nella forza che scaturisce dalla grazia divina”. Papa Bergoglio annuncia inoltre che “alla luce del ‘Giubileo delle persone socialmente escluse’ ho intuito che, come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario, si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella ricorrenza della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale dei poveri”.
Sarà, afferma il Papa, “la più degna preparazione per vivere la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il quale si è identificato con i piccoli e i poveri e ci giudicherà sulle opere di misericordia. Sarà un’occasione che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale”.
“Questa Giornata costituirà anche una genuina forma di nuova evangelizzazione, con la quale rinnovare il volto della Chiesa nella sua perenne azione di conversione pastorale per essere testimone della misericordia“, ha concluso il Santo Padre.