Non si placa la polemica tra la Gazzetta dello Sport e la Juventus, dopo che la società bianconera aveva negato gli accrediti a due giornalisti del famoso giornale sportivo per la partita contro il Pescara.
Anche con il divieto, i due giornalisti sono riusciti ad entrare allo stadio: “Nonostante l’ingiustificato divieto da parte della Juventus ad alcuni nostri giornalisti di accedere alle aree di lavoro dello Stadium, la Gazzetta ha fornito comunque ai suoi lettori la copertura della partita che riteneva migliore. Infatti tutti gli inviati designati, compresi quelli esclusi dalla società bianconera, erano all’interno dello stadio a seguire l’incontro Juventus-Pescara e a scriverne.”
Sulla vicenda è intervenuta anche la Federazione Nazionale Stampa Italiana che con un comunicato si è scagliata contro la società degli Agnelli:
“Va contrastata e perseguita in ogni sede, perché rappresenta un chiaro attacco al diritto di cronaca e alla libertà di espressione, la pretesa della Juventus di scegliere i giornalisti della Gazzetta da accreditare allo Stadium di Torino, arrivando a negare gli accrediti ai cronisti considerati non graditi. Non è soltanto un problema di violazione delle regole, sul quale dovrebbero intervenire Lega Calcio, Federcalcio e Coni, ma una questione che investe il dovere dei giornalisti di fornire un’informazione corretta nell’interesse esclusivo dei cittadini.
Sarebbe grave se tale inaccettabile presa di posizione dell’ufficio stampa della Juventus rappresentasse, come peraltro sottolineato dal Cdr della Gazzetta dello Sport, una sorta di rappresaglia per una serie di articoli che avrebbero irritato la dirigenza bianconera. La storia e il blasone del club dovrebbero spingere i vertici della società a riscoprire quello stile-Juventus che sembra diventato un ricordo del passato. Non è la prima volta che un club calcistico cerca di dettare la linea alla stampa. Credevamo, però, che i tentativi di intimidire o di imbavagliare i giornalisti fossero ormai relegati alle serie minori. Atteggiamenti prevaricatori come quello denunciato dalla redazione della Gazzetta dello Sport, alla quale va la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani, avvicinano chi se ne rende protagonista più ai tornei amatoriali che alla Champions League.”