80 minuti di battaglia, 80 minuti alla pari con gli Springboks e alla fine il trionfo. L’Italia del rugby di Conor O’Shea compie l’impresa memorabile a Firenze, sconfiggendo il Sudafrica per 20-18 (il primo successo della storia contro una delle tre grandi dell’emisfero sud).
Una partita iniziata subito con un piglio diverso: dopo 9 minuti arriva la meta del vantaggio ospite con Bryan Habana, ma tre minuti arriva subito la risposta azzurra con van Schalkwyk (trasformazione di canna per il 7-5); l’Italia subisce al 17′ la meta di De Allende, ma il quadro tattico è chiaro: l‘Italia placca, difende strenuamente nei propri 22 metri e reagisce agli assalti (a tratti confusi) dei sudafricani, accorciando con il calcio di punizione di Padovani (autore di 2 salvataggi provvidenziali in difesa). Si va all’intervallo sul 10-12.
Nella ripresa gli azzurri subiscono a freddo il calcio di punizione di Lambie per il +5 Springboks, ma la reazione arriva rabbiosa: l’Italia attacca con gli avanti, rosicchia metro dopo metro con la maul, poi arriva la superiorità numerica che permette di allarga il pallone e schiacciare in meta con Venditti. La trasformazione di Canna vale il vantaggio: 17-15.
Si entra negli ultimi 20 minuti di gara e l’Italia non molla: al 61′ Jantjies riporta in vantaggio i sudafricani, tre minuti dopo Canna risponde per il contro-sorpasso. Gli azzurri cercano di resistere nelle fasi statiche e di allontanare il pallone mettendo sotto pressione il triangolo allargato sudafricano sui calci alti.
Negli ultimi 10 minuti il Sudafrica assedia l’Italia nella sua metà campo in cerca del sorpasso: l’Italia recupera palla in ruck e pazzia via portando pressione nella metà campo degli Springboks. L’Italia manovra palla in attacco a 4 minuti dal termine: pallone sui 5 metri dalla meta, calcio passaggio che va a vuoto, ma il vantaggio è azzurro. Poi la meta in raccoglie e vai annullata dal TMO. L’ultima rimessa laterale,