C’è preoccupazione sull’isola greca di Chios, dove le proteste in corso da due giorni sono sfociate in un attacco xenofobo contro il centro d’accoglienza per i migranti di Souda (in cui sono sopitati oltre 4 mila migranti), nella giornata del 19 novembre.
L’attacco (compiuto da alcuni soggetti non identificati a colpi di molotov e pietre) ha spinto alla fuga circa 150 ospiti della struttura (tutti profughi del conflitto siriano), uno dei quali è rimasto ferito lievemente alla testa da un sasso; feriti anche due operatori umanitari. Molte le tende date alle fiamme. La responsabilità dell’attacco è stata da più fonti attribuita ad esponenti del partito di estrema destra Alba Dorata (in visita sull’isola nei giorni scorsi), versione poi rilanciata dal Guardian in un’intervista al sindaco di Chios, Manolis Vournous.
Proprio nell’ottica di una ritorsione (in chiave antifascista secondo l’ipotesi della polizia) potrebbe essere interpretata l’aggressione a un parlamentare di Alba Dorata, Yorgos Yermenis, attaccato con spranghe e spray al peperoncino da un gruppo di di circa 30 sconosciuti in un bar del quartiere Marusi e ora ricoverato. Yermenis sarebbe tra gli accusati in un maxi processo per estorsioni e tentati omicidi a sfondo razziale, compiuti da esponenti del partito e vari simpatizzanti.