Sono in totale 34 le misure cautelari emesse dalla Guardia di Finanza di Prato nell’ambito di un’operazione contro l’immigrazione clandestina condotta da 400 militari in diverse regioni italiane.
Tre persone sono finite in carcere e 12 agli arresti domiciliari, complessivamente sono 19 le misure interdittive emesse dal gip del tribunale di Prato.
Le persone indagate sono 84, 111 le perquisizioni in 5 Regioni italiane: Toscana, Veneto, Lombardia, Campania e Marche. I reati contestati sono associazione a delinquere, induzione in errore dell’ufficio immigrazione, falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno ed immigrazione clandestina.
I titolari ed alcuni dipendenti di due studi professionali, alcuni dei quali di origine cinese, avvalendosi ciascuno della propria struttura organizzativa di consulenza, avrebbero posto in essere una attività di favoreggiamento alla permanenza, in condizioni di illegalità, di un elevatissimo numero di cittadini extra-comunitari, soprattutto cinesi, sul territorio nazionale.
“Dietro laute parcelle, anche queste non fatturate, titolari e collaboratori dei due studi professionali fornivano, di fatto, una consulenza illegale”, basata sulla produzione di falsa documentazione come buste paga, bilanci, assunzioni e certificati falsi, sostituzione di persona.
Spesso si optava per fittizie assunzioni e alle correlate emissioni delle relative false buste paga, legittimanti il requisito del sostentamento economico, necessario per il rilascio del rinnovo del permesso di soggiorno. Una volta ottenuto lo scopo, l’operaio cinese veniva formalmente licenziato, rimanendo comunque a lavorare, generalmente “in nero”.