“La bozza di legge di bilancio italiana 2017 è a rischio di non rispetto dei requisiti del Patto Ue, perché potrebbe risultare in una deviazione significativa dall’aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine”. Questo l’ultimo affondo lanciato dalla Commissione Ue nel comunicato che riassume la sua opinione sulla manovra italiana.
Per l’Italia “il gap è più ampio rispetto agli impegni richiesti” ma una parte significativa “della deviazione di bilancio è associata ai costi del sisma e alla drammatica situazione che si è creata e alla gestione dei flussi migratori”. Lo ha affermato il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici che ha poi assicurato: “Ne terremo conto”.
Si tratta di una nuova contromossa dopo le schermaglie delle ultime ore avviate dall’annuncio del governo Renzi di voler porre il veto alla revisione del bilancio pluriennale di Bruxelles. Secondo la Commissione, però, lo stesso rischio di violazione del patto si sarebbe anche per altri 5 Paesi: Belgio, Cipro, Lituania, Slovenia e Finlandia.
“Stiamo facendo una battaglia in Europa. La bandiera dell’Europa è qui con noi e la teniamo al nostro fianco ma l‘Europa faccia il suo mestiere, che è promuovere la crescita, investire sul futuro e non solo in burocrazia”, ha affermato il premier Matteo Renzi.
Per troppo tempo, secondo Renzi, “abbiamo sprecato tempo perché qualcuno ha pensato di far vincere la cultura dell’austerity, e quindi ha dimezzato gli investimenti pubblici in Italia. Un ragionamento filosofico suicida”, ha aggiunto il presidente del Consiglio intervenendo nel cantiere della statale Agrigento-Caltanissetta per l’inaugurazione di una galleria.
Un ragionamento “che ha portato la riduzione di 20 miliardi di finanziamento. Non lasceremo che l’Italia commetta gli errori del passato quando si è deciso di tagliare sulle opere pubbliche perché chi taglia sulle opere pubbliche sta tagliando il suo futuro, la sua possibilità di crescita”.
Renzi ha poi sottolineato che, “se per la prima volta dopo anni l’Italia ha fatto registrare un Pil superiore a Francia e Germania, questo è l’indice che una parte del Paese si è già rimessa in moto. Se riusciremo a far ripartire anche il Sud, siamo in condizione di diventare la locomotiva d’Europa“.
Il premier snocciola anche gli ultimi dati: “650mila posti in più col Jobs Act, 700mila inattivi in meno, la Cig che crolla. Ma accanto a questi numeri, registriamo ancora una grande differenza tra Nord e Sud. I 470 milioni di euro sbloccati sono un passo in avanti gigantesco per le strade di questa Regione”.
Per Renzi “è come se la bella addormentata si fosse svegliata”. “Non c’è stato bisogno del bacio del principe Delrio, c’è stato bisogno di serietà e rigore. Chi taglia sulle opere pubbliche sta tagliando il suo futuro e la sua prospettiva di crescita. C’è stata e purtroppo c’è ancora una cultura in Italia per cui se ci sono problemi sugli appalti si arrestano i lavori”.
“Per me si devono arrestare i ladri – incalza Renzi – Altrimenti continueremo ad avere un gap infrastrutturale“. Dunque “ben venga il lavoro su questo cantiere, i soldi ci sono, gli alibi stanno a zero. Se finalmente daremo tempi certi e responsabilità su chi decide, avremo fatto una grande opera”.