La Guardia di Finanza ha arrestato dodici persone, poste ai domiciliari, eseguito sette provvedimenti di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e proceduto al sequestro preventivo di somme di denaro per un totale di 4,5 milioni di euro.
Ai destinatari delle misure è contestata l’associazione a delinquere transnazionale finalizzata al contrabbando di prodotti petroliferi immessi nel mercato nazionale in evasione d’imposta.
Tra i destinatari della misura cautelare, anche Carmelo Pavone (classe 1949) già noto alle cronache perché condannato per estorsione e per la sua partecipazione al clan mafioso dei ‘Laudani’.
Il prodotto petrolifero oggetto di contrabbando proveniva da raffinerie dislocate in Germania, Polonia e Austria ed era trasportato da autoarticolati di proprietà di società rumene e bulgare. I soggetti arrestati, per eludere i controlli su strada, utilizzavano falsa documentazione che attestava il trasporto di un prodotto diverso da quello realmente caricato (olio lubrificante anziché gasolio per autotrazione) e indicava fittiziamente come località di destinazione finale del prodotto alcuni paesi esteri quali Grecia, Malta e Cipro anziché Catania.
La cessione del carburante veniva effettuata in diverse aree di sosta attrezzate come vere e proprie stazioni di servizio completamente abusive, in assenza di qualsiasi precauzione antincendio e contro ogni norma di sicurezza, con rischi elevatissimi per l’incolumità di coloro che si trovavano a maneggiare il prodotto ovvero in transito nell’area.
In più, è stato accertato che anche il trasporto dei prodotti petroliferi avveniva in presenza di gravissimi pericoli a causa dell’impiego di automezzi assolutamente non idonei allo spostamento di merce infiammabile.
Sono stati individuati tre sodalizi criminali tra loro collegati che si occupavano di tutte le fasi della filiera: dall’approvvigionamento, allo stoccaggio e alla distribuzione del gasolio ceduto nella provincia etnea ad autotrasportatori e privati a prezzi nettamente inferiori a quelli ufficiali (in media 30/40 centesimi di euro al litro in meno).
- una prima associazione era capeggiata da Carmelo Pavone e da Mario Mauro (cl. 1948) che erano i gestori di fatto di un autolavaggio e di aree di parcheggio, siti rispettivamente in Aci Sant’Antonio e Acireale, adibite allo stoccaggio e al commercio del gasolio nel territorio catanese. Nello stesso contesto associativo erano presenti anche i figli di Carmelo Pavone, Cosimo (cl.1991) e Camillo (cl.1972) nonché Denis Susto (cl.1977), Antonino Mario Chiantello (cl.1967) Rosario Torrisi (cl.1984) e Carmelo Scuderi (cl.1957).
- una seconda vedeva, tra i partecipanti, l’autotrasportatore Fabrizio Colapicchioni (cl.1975) e gli amministratori di una società di autotrasporti con sede a Roma, i fratelli Alessandro (cl.1975) e Stefano (cl.1979) Marchetti. Questo gruppo criminale rappresentava per il territorio etneo e per quello campano una rilevante fonte illecita di approvvigionamento di prodotti petroliferi.
- una terza organizzazione era promossa da Santo Santonocito (cl. 1964), titolare di una ditta di autotrasporti, che rappresentava per il gruppo catanese una secondaria fonte illegale di rifornimento: il gasolio da lui contrabbandato proveniva da depositi commerciali di gasolio per agricoltura ubicati nel siracusano e nel catanese.
I tre gruppi criminali hanno continuato a delinquere anche se erano stati intercettati numerosi trasporti di contrabbando arrestando in flagranza di reato 11 persone e sequestrando complessivamente circa 270.000 litri di prodotto.
Le indagini hanno consentito di ricostruire un “giro d’affari” annuo di quasi un milione di litri di gasolio, con profitti in nero di svariate centinaia di migliaia di euro e con imposte evase superiori al milione di euro.