Donald Trump, appena eletto, ha dichiarato che sarà il presidente di tutti gli americani ma gli statunitensi non la pensano proprio così visto che, dopo poche ore dalla vittoria del tycoon, decine di migliaia di persone sono scese in strada in tutti gli Stati Uniti, al grido di “Not my president”.
In totale sono almeno 100 le persone finite in manette nel corso delle proteste in almeno 25 grandi città. A New York la polizia ha arrestato almeno 30 persone che manifestavano davanti alle Trump Tower sulla Fifth Avenue e a Columbus Circle. A Los Angeles a finire in carcere 15 manifestanti, a Chicago 13. A Oakland, in California, le proteste più dure con lancio di moltov e tre agenti feriti.
Proteste anche a Seattle, Portland, Oakland, San Francisco, Los Angeles, Boston, Philadelphia, Detroit e Austin. Una folla si è riunita anche davanti alla Casa Bianca.
A Los Angeles, i poliziotti hanno ordinato di sgomberare, ma molti non si sono spostati, hanno esposto bandiere Usa e messicane e alzato le mani. Il timore delle forze dell’ordine è quello di possibili scontri con gruppi di sostenitori del tycoon. L’allerta è massima, con centinaia di poliziotti schierati tra cui agenti dell’antiterrorismo e in assetto anti sommossa soprattutto a Midtown Manhattan, dove si trova la residenza del nuovo presidente, la Trump Tower sulla Fifth Avenue.
Un corteo ha sfilato lungo la Sixth Avenue per poi confluire verso la Trump Tower che però è già blindatissima dalla notte del voto.
Stesso scenario a Downtown Chicago. Migliaia di perosne si sono radunate gridando “Love Trumps Hate” (l’amore batte l’odio), “The Future is Female”, e “No Trump, No KKK, No racist Usa” mentre una marcia di studenti è stata organizzata anche nel campus di Berkeley.
Immagine da YouReporter.it