A pochissime ore dall’election day, l’Fbi si pronuncia sull’emailgate. A parlare è proprio il numero uno dell’Fbi, James Comey, che, in una nuova lettera al Congresso, sottolinea che la revisione di tutte le nuove email della candidata democratica sia stata portata a termine e che l’indagine sia da considerare chiusa perché non è stato rinvenuto alcun illecito.
Valgono dunque le stesse conclusioni di luglio. “Non le abbiamo cambiate”, afferma Comey.
Già prima della diffusione della notizia, tutti i sondaggi di questo ultimo weekend che precede l’Election Day vedevano la candidata democratica accelerare verso la vittoria e questa notizia potrebbe dare un’ulteriore spinta.
E se la candidata democratica può tirare un enorme sospiro di sollievo, Trump durante un comizio a Minneapolis ha commentato la chiusura della indagini accusato la candidata democratica di essere stata protetta: “È un sistema truccato. E Hillary Clinton è protetta”.
“Ora tocca agli americani fare giustizia nelle urne l’8 novembre” ha continuato durante un comizio a Sterling Heights, in Michigan. “Clinton è colpevole. Lei lo sa, l’Fbi lo sa e la gente lo sa. È incredibile, non si possono esaminare 650 mila email in otto giorni. C’è un sistema totalmente falsato”.
Intanto risultano esserci ancora una decina di Stati in bilico e dove tra i due candidati ci sono meno di 5 punti di differenza se non addirittura un testa a testa: vincere uno di questi Stati vuol dire acquisire una dote di grandi elettori che può rivelarsi determinante per raggiungere il numero dei 270 necessari per la conquista della presidenza.