La polizia turca ha respinto con la forza gruppi di manifestanti a Istanbul, nella capitale Ankara e a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est del Paese, che protestavano contro gli arresti di 12 deputati del partito filo-curdo Hdp. Lo riportano media locali. Diverse manifestazioni sono inoltre state impedite in tutta la Turchia.
Subito dopo i fermi, l’attentato dinamitardo avvenuto all’esterno di un edificio della polizia di Diyarbakir, il centro della comunità curda del Paese.
La deflagrazione ha causato almeno 8 morti e 200 feriti. I parlamentari finiti in manette appartengono al Partito popolare democratico (Hdp): ci sono anche i co-leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag.
Il governo turco accusa l’Hdp di essere il braccio politico del fuorilegge Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) considerato terroristico.
“Alcune persone, tra cui poliziotti e civili, sono martiri” dell’autobomba esplosa. Lo ha detto il ministro della Giustizia di Ankara, Bekir Bozdag, utilizzando un’espressione che in Turchia indica le vittime di attacchi terroristici.