“La nona brigata dell’esercito iracheno avanza inesorabile anche da ovest e ora è a ridosso della zona occidentale di Mosul”. L’annuncio è del generale che coordina l’offensiva militare contro il Califfato: “Lasceremo ai seguaci di Al Baghdadi un varco aperto a ovest”.
Per i miliziani dell’Isis “sarà un corridoio della morte”. “Li spazzeremo via con i raid aerei. La zona diventerà il cimitero degli jihadisti”, ha aggiunto il generale. È iniziata quindi una corsa contro il tempo per fermare la mano sanguinaria del Califfato. Ieri, ad esempio, “i miliziani dell’Isis hanno rastrellato numerosi giovani maschi nei quartieri della città”.
“Abu Bakr Al Baghdadi, l’autoproclamato leader dello Stato islamico, si trova all’interno di Mosul”, ha dichiarato al britannico “Independent” Fuad Hussein, capo di gabinetto del presidente curdo Massoud Barzani. “Se Al Baghdadi è lì, e se viene ucciso, questo causerà la caduta dell’Isis”.
Nel quartiere di Kharama, zona orientale a ridosso del cuore della capitale del Califfato, “gli abitanti si sono barricati nelle case. I miliziani dell’Isis sembrano scomparsi. I civili sono terrorizzati, aspettano l’arrivo dei liberatori. Ieri molti sono finiti in mezzo al fuoco incrociato. Un’intera famiglia è stata uccisa“.
Un comandante delle forze speciali irachene ha affermato che le sue truppe sono oggi ferme nelle loro postazioni alla periferia est di Mosul, a causa della scarsa visibilità provocata dal maltempo che da ore ostacola le operazioni per la riconquista della città.
Un’organizzazione umanitaria impegnata in Iraq, la Norvegian Refugee Council, ha lanciato un monito: “La vita di oltre un milione di civili a Mosul è in grave pericolo”. L’organizzazione, ha detto il suo responsabile per l’Iraq, Wolfgang Gressmann, si sta preparando “per il peggio. Le vite di 1,2 milioni di civili sono in grave pericolo, e il futuro di tutto l’Iraq è ora in gioco”.