Il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, è intervenuto qualche ora dopo la forte scossa di magnitudo 6.5 che ha colpito il Centro Italia.
“Non ci risultano vittime, ma bisogna verificare tutte le frazioni – ha detto -. Grandi problemi di viabilità: il solettone nei pressi di Pescara ha ceduto, ma i problemi sono ovunque. Abbiamo diversi mezzi aerei in volo sia per monitoraggio che per soccorso, molte squadra stanno convergendo sul posto. Già l’assistenza era tarata per trasferire le persone verso la casa: lavoriamo per superare le resistenze di chi vuole rimanere nelle proprie case. Priorità alle persone e il monitoraggio di eventuali vittime e feriti. Chiediamo agli italiani solidarietà e di far lavorare le nostre strutture: non intasiamo le strutture se non necessario, non muoviamoci se non necessario e non intralciate i soccorsi”.
Il terremoto di magnitudo 6.5 è il più violento degli ultimi decenni in Italia. Quello del Friuli del 1976 fu di magnitudo 6.4 della scala Richter. La scossa principale dell’Aquila del 2009 fu di 5.8, quello di Umbria e Marche del 1997 di 6.1. Anche quello del Belice, del 1968, fu di 6.1. Solo in Irpinia, nel 1980, la magnitudo fu del 6.5 della scala Richter, pari a quella odierna, e causò 280mila sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.