Sisma, accoglienza migranti e crisi economica. Sono questi i punti principali messi a fuoco dal ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, nella sua lettera di risposta al vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, sulla Manovra: “Al di fuori delle considerazioni sul ciclo economico, il cambiamento nel target sul 2017 rispetto al programma di stabilità del 2016 è largamente spiegato dalle spese straordinarie legate ai rischi sull’immigrazione e sismici”.
Tutte congiunture che impongono “un più graduale aggiustamento“. Padoan ribadisce comunque che “l’obiettivo di medio termine rimane il pareggio strutturale al 2019”. Le spese per le operazioni di salvataggio dei migranti, prima assistenza e cure sanitarie, protezione ed educazione per oltre 20mila minori non accompagnati sono stimate in 3,3 miliardi di euro nel 2016 (al netto dei contributi Ue) ed a 3,8 miliardi (0,22% del Pil) nel 2017 in uno scenario stabile.
Padoan ipotizza che la spesa possa salire fino all’0,24% del Pil e cioè a 4,2 miliardi: “Il numero dei migranti in arrivo in Italia nel 2016 è oltre tre volte quello del 2013 e ancora più alto del 2011-2012, il periodo seguente alla Primavera Araba. Inoltre, lo sforzo dell’Italia è iniziato prima degli altri Paesi Ue, visto che fronteggia una pressione senza precedenti dal 2014 a causa del conflitto libico”.
“Il governo – scrive Padoan a proposito del sisma – sosterrà spese considerevoli per l’assistenza e la ricostruzione per il terremoto per un totale di 2,8 miliardi. Tuttavia data la frequenza di sismi distruttivi e la sofferenza che hanno causato alla popolazione italiana, il governo intende anche condurre un programma aggiuntivo contro i rischi sismici con maggiore tempestività ed efficacia di quanto non sia avvenuto in passato. Questa azione è necessaria per mettere in sicurezza ad esempio 42mila scuole il 30% delle quali necessita o di interventi strutturali o di essere completamente ricostruite”.
Infine un cenno va alle riforme strutturali “l’attenzione è attualmente puntata sul prossimo referendum di riforma Costituzionale il cui impatto sull’economia può essere significativo”.