Sono almeno 3.800 le persone morte o disperse finora nel 2016 nel Mar mediterraneo nel tentativo di sbarcare sulle coste dell’Europa. A renderlo noto William Spindler, portavoce dell’Unhcr e dell’Onu, che precisa che si tratta del dato più alto mai registrato (l’anno anno erano state 3.771 le morti accertate).
Secondo i dati forniti ad essere cresciuto non è tanto il numero di migranti in transito nel Mar Mediterraneo (nel 2015 il totale fu di 1.015.078 persone, mentre al momento il dato per il 2016 è 327.800 circa), quanto il tasso di mortalità: nel 2016 si attesta infatti a una persona morta ogni 88 (nel 2015 era di uno ogni 269); nel Mediterraneo Centrale il dato sale a una morte ogni 47 arrivi (per un totale di 2300 morti).
Spindler ha dichiarato: “Si tratta di stime ovviamente, ma abbiamo raccolto molte testimonianze dalle persone soccorse durante il weekend e fatte sbarcare in Italia e in base ai resoconti abbiamo potuto comprendere quante persone sono morte o risultano disperse”.
Proprio di oggi, mercoledì 26 ottobre, la notizia del ritrovamento di 25 cadaveri di migranti (ora diretti al porto di Reggio Calabria) sul fondo di un gommone al largo della Libia; il ritrovamento è avvenuto da parte di Medici senza frontiere nell’ambito delle operazioni di soccorso di altri 107 superstiti dallo stesso barcone e altre 139 persone da un’altra imbarcazione.
Sul fronte del caso di Gorino e Goro, il ministro Alfano ha dichiarato: “Non lo consideriamo un precedente, sono state circostanze specifiche ad aver determinato la scelta. La presenza di donne, di cui una incinta, ha consigliato di individuare altre soluzioni.Le cose si possono sempre gestire meglio o peggio, però quello che si è verificato martedì non è lo specchio dell’Italia”.