Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha lanciato un duro attacco all’Unione Europea durante le registrazioni della puntata odierna di porta a Porta, parlando del tema dei migranti e del Legge di Bilancio.
Il premier ha dichiarato: “Il 2017 è un anno chiave: o entro marzo blocchiamo il flusso dei migranti o non riusciremo a reggere un’altro anno così. Se Ungheria o Slovacchia ci fanno la morale e poi vogliono i nostri soldi, nel 2017, quando inizia la discussione sul bilancio, l’Italia sia a fianco del governo nel dire che il meccanismo è finito. Siamo pronti a mettere il veto sul bilancio UE“.
E sulla lettera sulla manovra (arrivata quest’oggi) commenta: “Se l’UE vuole abbassare le spese per i migranti in Italia, noi abbassiamo le spese. Aprano le porte e noi abbassiamo spese. Invece della bocca aprano il portafoglio. Il problema dell’immigrazione lo stiamo affrontando con responsabilità ma soprattutto per l’incapacità dell’Europa di essere solidale“.
Questa invece la posizione del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (intervistato invece durante lo show “Politics”): “É assolutamente normale per noi e gli altri Paesi che l’hanno ricevuta. Ci vengono chieste delucidazioni su aspetti centrali delle misure, ma la manovra sarà mantenuta. Le spese per terremoto e migranti non sono solo italiane, ma europee e sono il motivo principale per cui il deficit nel 2017 sarà al 2,3 percento”.
Sulla manovra Renzi commenta: “Non stiamo sforando, stiamo rispettando le regole. La forchetta del pil rispetto ad altri paesi si riduce da -2 a +1, abbiamo fatto il +0,7 e sono ottimista che si arrivi al +1 nel 2016. Se l’Italia arriva forte al dibattito europeo saremo il Paese attrattore perché gli altri hanno le elezioni”.
Un commento del premier anche sulla vicenda dei migranti nel ferrarese: “C’è un atteggiamento di comprensione anche se non di condivisione verso una parte della popolazione che è molto stanca, dall’altro parliamo di 11 donne e 8 bambini, che sono stati comunque sistemati. Credo sia mancato qualcosa sia da parte nostra, dello Stato, ma anche di dialogo nel merito“.