Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste nei confronti dell’ex presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e del Professore Gaetano Armao: lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo.
La Procura della Repubblica, rappresentata dal sostituto procuratore Enrico Bologna, ne aveva chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e falso, per la nomina di un consulente per Armao, al tempo assessore regionale alla presidenza, e di tre per l’allora presidente Raffaele Lombardo, avvenute tra il 2009 e il 2012, ritenendo che per provvedere a tali nomine fosse necessario l’espletamento di un preventivo interpello e di un’analisi del fabbisogno delle risorse umane interne.
I difensori di Lombardo (Massimo Motisi) e di Armao (Giovanni Rizzuti) hanno dimostrato invece che alla luce delle previsioni specifiche dell’ordinamento regionale e statale nessun adempimento di tale tipo fosse necessario, anche a fronte dei controlli di legittimità intervenuti, mentre nessuna contestazione veniva mossa sui requisiti dei consulenti e sull’attività regolarmente svolta.