“L’Europa deve scegliere se stare con l’Italia, accettando che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3% del Pil per fare fronte alle emergenze sisma e migranti, oppure con l’Ungheria che erge muri. Ma così sarebbe l’inizio della fine“. È una dura presa di posizione quella del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, i dubbi espressi dall’Ue sulla da 27 miliardi hanno infatti irritato non poco il governo Renzi.
Stessa linea anche per quanto riguarda le critiche ‘interne’: “Le accuse di mance e condoni in vista del referendum sono ridicole”, aggiunge. “Dal 2011 in poi l’Italia ha speso miliardi e miliardi per affrontare un’emergenza migranti che non era e non è un problema solo suo, ma dell’intera Unione. E nessuno ci ha finora riconosciuto questo impegno economico”.
Invece “qualche mese fa alla Turchia sono stati riconosciuti dall’Europa 3 miliardi proprio per far fronte all’emergenza migranti“. Inoltre, prosegue Padoan, “si parla poco del cuore della Manovra dove ci sono gli interventi sulle imprese e sulla produttività che hanno un forte effetto sulla crescita“.
Nel dettaglio: “confermiamo il superammortamento per l’acquisto di beni strumentali e introduciamo l’iperammortamento per investimenti materiali e immateriali in nuove tecnologie. E mettiamo due miliardi aggiuntivi per la realizzazione di opere pubbliche”.
Padoan ribadisce che per lo “sviluppo e il contrasto delle disuguaglianze è necessario superare l’austerità, come chiesto anche dal G20 e per questo noi siamo un modello per l’Europa. Oggi il problema non è dire sì o no all’Europa, ma dire sì a un’Europa diversa, che non stia ferma e invece si muova”.