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Morta dopo l’aborto, replica dei medici cattolici | “No all’obiezione se c’è pericolo di vita”

“Non può essere invocata l’obiezione di coscienza quando la donna versa in pericolo di vita”. Sono le parole di Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, intervenendo sul caso di Valentina Milluzzo, la 32enne morta all’ospedale Cannizzaro di Catania per complicazioni in seguito a un aborto.

Non ci poteva, dunque, essere alcun margine al ricorso all’obiezione, dal momento che la vita della donna era in pericolo.

“In casi del genere, il medico deve irrinunciabilmente fare tutto il possibile per salvare la madre – ha aggiunto -. La nostra associazione è da sempre impegnata a sollecitare i medici a sollevare l’obiezione di coscienza come esercizio di un diritto di valore costituzionale recepito nel codice di deontologia medica”.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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