Due esplosioni si sono verificate negli impianti chimici Basf a Ludwigshafen e Lampertheim, in Germania. Un primo bilancio parla di un morto, 6 feriti e altrettanti dispersi.
Gli abitanti dell’area di Ludwigshafen sono stati invitati a tenere le finestre chiuse e a spegnere ventilatori e aria condizionata. “Ci sono state due esplosioni che hanno causato vari feriti per motivi ancora non chiariti”, recita una nota del gruppo.
Una portavoce dell’azienda ha fatto sapere che l’esplosione al porto fluviale di Ludwigshafen potrebbe essere legata ad alcuni lavori sulle tubature che vengono utilizzate per il trasbordo di liquidi infiammabili e gas dalle navi agli stabilimenti di produzione.
Secondo il comune, gli abitanti avrebbero accusato irritazioni alle vie respiratorie.
Dopo le esplosioni, Basf ha reso noto di aver sospeso le attività industriali dell’area. Restano in vigore le misure di sicurezza per l’allarme sulla nube tossica, diramate per i cittadini. L’allarme si è esteso anche alla città di Mannheim, che si trova sull’altra sponda del fiume Reno.
Un secondo incidente era avvenuto questa mattina, alle 8.30, in un altro stabilimento di Basf a Lampertheim, in Assia, in un impianto di additivi per materie plastiche. Ci sono stati 4 feriti, secondo quanto riferito dal
quotidiano Stuttgarter Nachrichten. L’incidente sarebbe avvenuto per l’esplosione di un filtro. A differenza del più grave incidente di Ludwigshafen, a Lampertheim non ci sono rischi di nubi tossiche. Anche qui l’impianto è stato fermato.