Nuova bufera in arrivo per Alessandro Alfano, fratello del ministro dell’Interno Angelino Alfano, sotto accusa già da qualche tempo per alcune anomalie nel suo avanzamento di carriera alle Poste pur essendo privo di alcuni. Alfano ha infatti inviato una diffida al direttore di Rai 3 Daria Bignardi e alla conduttrice e autrice di Report, Milena Gabanelli per bloccare la messa in onda di alcune dichiarazioni “ottenute contro la mia volontà”. E proprio la Gabanelli ha replicato: “Le assicuro che andrà in onda e avrà modo di sentire che il collega si è presentato con nome e cognome e qualifica”.
Queste dichiarazioni sono frutto della registrazione di una telecamera inizialmente occultata e “carpite senza le necessarie autorizzazioni”. “Non si tratta di una mia intervista, ma di dichiarazioni che sono state registrate da un soggetto che non si è in alcun modo qualificato come giornalista e riprese da una telecamera inizialmente occultata”, ha detto Alfano.
“Metodologia che sicuramente non risponde ai canoni professionali del giornalista e, ancor più grave in questo caso, del servizio pubblico”, si legge nella diffida relativa al servizio dedicato alla carriera in Poste italiane di Alfano Jr. Alfano, inoltre, chiede “di non mandare in onda dette dichiarazioni poiché le stesse sono state ottenute contro la mia volontà e non sono accompagnate dal alcuna mia dichiarazione liberatoria”.
Alfano poi spiega: “Qualora mi fosse stata richiesta un’intervista l’avrei senz’altro rifiutata in pieno ossequio alle direttive aziendali che regolano la comunicazione esterna dei dirigenti di Poste Italiane. Solo il rispetto di questi obblighi, quindi, mi impedisce di entrare nel merito, in questa sede, delle infamanti e non veritiere accuse che mi vengono mosse con il citato servizio televisivo”.
“Sarebbe stato sufficiente al giornalista un semplice approfondimento per verificare l’infondatezza delle accuse che mi vengono mosse sia con riferimento alla natura del mio titolo di studio, sia ai titoli da me posseduti all’atto dell’instaurarsi del rapporto di lavoro, sia con riferimento alle procedure relative alla selezione per Segretario Generale della Camera di Commercio di Trapani”, continua il fratello del ministro.
Nella diffida poi si legge: “Bastava forse ricordare che quasi tutti gli episodi citati sono già stati oggetto di approfondite verifiche giudiziarie che hanno certificato la correttezza del mio operato, la mia evidente condizione di parte lesa in un procedimento penale nel quale sono stato archiviato e cioè a seguito del quale non ho nemmeno subito un processo perché tutto si concluso ben prima del processo, con parole nette e chiare del giudice”.
“Sarà pertanto, mio dovere, qualora il servizio dovesse andare in onda senza gli opportuni approfondimenti e le indispensabili verifiche, tutelare la verità, il prestigio mio e dell’azienda privata per cui lavoro nelle opportune sedi giudiziarie. Vi ricordo, inoltre, che compito del servizio pubblico nazionale è quello di informare, non creare tesi diffamatorie“, ha concluso Alfano.