Ammonta a 200mila euro il valore dei beni sequestrati ad Alessandro Cutrona (32 anni), arrestato nell’operazione Maqueda della Dda di Palermo che aveva smantellato un’organizzazione che “avrebbe tenuto sotto controllo il quartiere Ballarò , vessando commercianti immigrati con richieste di pizzo “.
Gli indagati, tra cui Cutrona, sono accusati di decine di reati aggravati dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale: tentato omicidio, estorsione, incendio, rapina, violenza privata e lesioni personali ai danni di extracomunitari. Le indagini della Mobile hanno subito un decisivo impulso dopo l’arresto di Emanuele Rubino, accusato del tentato omicidio di Yusupha Susso .
La vicenda aveva provocato la ribellione della comunità di immigrati del centro storico, molti dei quali hanno denunciato le vessazioni subite. I commercianti e gli ambulanti del Bangladesh , che si sono ribellati ai soprusi, subivano continuamente rapine e violenze.
Chi non rispettava le “regole” imposte dal gruppo criminale rischiava pesanti ritorsioni, che andavano dalle minacce, anche con le armi, a veri e propri pestaggi. Adesso a Cutrona gli uomini della Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo, hanno sequestrato due attività commerciali di via Calderai.
Si tratta di due negozio, uno operante nel campo della vendita di articoli casalinghi e di ferro, e l’altro adibito a posto telefonico pubblico e internet point oltre ad un’autovettura. A carico di Cutrona c’è anche una condanna per rapina aggravata e lesioni personali, in concorso ed un’ordinanza di custodia cautelare personale per tentata estorsione, aggravati dal”metodo mafioso “.