“Tra le stime della Nota al Def e quelle del panel Upb esiste uno scarto contenuto, che a noi sembra non significativo”. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è pronunciato così sullo scontro in atto tra l’Ufficio Parlamentare di Bilancio e il governo circa l’aggiornamento del Def.
L’ok dell’Ufb potrà quindi arrivare se il “documento programmatico di bilancio” che il governo invierà a Bruxelles conterrà previsioni “diverse”. In una lettera ai presidenti delle Camere, l’Ufficio ha ricordato che le sue valutazioni impongono al Governo solamente di “illustrare i motivi” per cui conferma o adegua le sue previsioni.
Con la prossima manovra arriverà, spiega Padoan, si prevede “un’ulteriore spending review e una revisione al ribasso di alcune voci di spesa e di fondi di dotazioni”. Queste misure avranno un impatto negativo sulla crescita dello 0,2%. I “tagli di spesa” per il 2017 daranno coperture per 2,64 miliardi.
“La composizione della manovra e quindi alcuni suoi effetti sono ancora passibili di variazione in quanto il Disegno di legge di Bilancio deve essere ancora discusso e approvato dal Cdm – spiega il ministro dell’Economia – Una volta che il governo avrà licenziato il ddl, verrà trasmesso alle autorità economiche europee e al Parlamento il Documento programmatico di bilancio”.
Quanto alle stime di crescita per il prossimo anno, il Governo colloca l’aumento del Pil a +1% nel 2017. L’insieme delle misure espansive inserite nella prossima legge di bilancio valgono 22,5 miliardi ai quali si aggiunge la voce “politiche vigenti” pari a 2 miliardi. .
Capitolo politiche sociali. Nella prossima manovra avranno un effetto sul Pil del +0,1% e avranno a disposizione in totale 3,15 miliardi per il 2017. Nelle spese sociali “sono comprese l’adeguamento delle pensioni minime e risorse per le famiglie, il capitale umano e i rinnovi contrattuali nel settore pubblico”.