Lamiae Chriqi, la marocchina 28enne trovata carbonizzata nella sua casa a Sammommè, un paesino sulle alture intorno a Pistoia, è stata uccisa. Il killer è un uomo che si era invaghito di lei e che probabilmente era stato respinto.
A confessare l’omicidio dopo un lungo interrogatorio in commissariato è stato Hussain Afzal, 29 anni, pakistano, in Toscana come richiedente asilo.
La donna aveva cercato riparo in un bagno al seminterrato della sua abitazione. Ma quello che credeva un amico ha provocato deliberatamente un incendio davanti alla porta dello stesso bagno, usando una bombola di gas.
Il bagno, all’interno del quale si era chiusa a chiave, aveva solo una piccolissima finestrella di circa 20 centimetri. La giovane ha chiesto aiuto al 112 che, per competenza territoriale, ha passato la richiesta al 113.
L’invio dei soccorsi è stato immediato ma causa la distanza dell’abitazione, ci sono voluti 20 minuti prima che arrivassero. La donna è stata trovata morta carbonizzata dai Vigili del Fuoco.
Il richiedente asilo, nella sua confessione avrebbe sostenuto che la donna non voleva rendergli il passaporto: la polizia spiega però che al momento non ci sono riscontri a quanto riferito dall’uomo.
Il pachistano ha allora preso una bombola di gas dalla cucina, l’ha messa davanti alla porta dello stesso bagno e poi ne ha tagliato il tubo con un coltello. Quindi ha dato fuoco a un giornale e lo ha buttato per terra vicino allo stessa bombola ed è scappato.
“Per crearsi un alibi”, hanno ribadito gli investigatori, l’assassino si è presentato tra i primi soccorritori oltre a chiamare lo stesso marito della vittima, anche lui marocchino, per avvertirlo che doveva accorrere subito.