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Avellino, le mani della camorra sugli appalti | Otto arresti, all’opera un centinaio di agenti

Appalti pubblici ancora una volta nel mirino della camorra in Campania. La Dia di Napoli ha portato alla luce il controllo della criminalità organizzata sull’assegnazione di appalti pubblici con la compiacenza di funzionari, ma anche attraverso minacce. Otto persone sono destinatarie di una misura cautelare ad Avellino .

I reati contestati sono quelli di estorsione, rifiuto in atti d’ufficio, detenzione illegale di armi, turbata libertà degli incanti con l’aggravante del metodo mafioso. I carabinieri di Avellino hanno fatto scattare il blitz all’alba, dopo mesi d’indagine su un’organizzazione che agiva tra Avellino, Baiano, Mugnano del Cardinale e Avella.

Un elicottero del nucleo carabinieri di Pontecagnano ha sorvolato la zona, mentre a terra un centinaio di uomini, anche con l’ausilio delle unità cinofile del nucleo di Sarno, hanno eseguito gli arresti e le perquisizioni nei confronti di pregiudicati, liberi professionisti e pubblici ufficiali.

Le indagini sono scattate in seguito agli omicidi di Fortunato Miele e Francesco Basile avvenuti rispettivamente a Baiano il 31 luglio 2013 e a Sperone il 22 novembre dello stesso anno. Nel mirino degli investigatori sono finiti Antonio Guerriero e Giordano Miele, anche attraverso intercettazioni telefoniche delle loro utenze e nei locali della Solare Costruzioni srl.

Accertati gravi delitti come il sequestro di persona a scopo estorsivo e la detenzione di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, per i quali i due soggetti sono stati prima arrestati e poi condannati alla pena di 20 anni di reclusione. Quindi sono stati ricostruiti il ruolo e lo spesso criminale dei due indagati e le attività criminali da loro ideate e commesse.

Il nuovo gruppo criminale era capace di controllare i paesi di Avella, Baiano e i comuni limitrofi e di condizionare l’operato della Pubblica Amministrazione allo scopo di ottenere l’aggiudicazione di appalti pubblici e imporre il monopolio della fornitura del calcestruzzo mettendo alle strette le ditte fornitrici e le imprese edili.

Il sodalizio armato, ribattezzato dai suoi fondatori “Nuovo ordine di Zona” puntava in conclusione ad acquisire il controllo delle attività economiche nel settore delle imprese edili sia negli appalti pubblici e privati.

Redazione

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