Sono bastati 45 minuti al Cdm per dare il via libera alla nota di aggiornamento del Def con la revisione del quadro macroeconomico delineato ad aprile. “La crescita per il 2016 sarà dello 0,8%, mentre nel 2017 sarà dell’1%. Il rapporto deficit/Pil sarà del 2,4% nel 2016 e del 2% nel 2017, con una possibile estensione dello 0,4%”, ha detto il premier Matteo Renzi.
Una crescita che si conferma, anche se in misura minore rispetto alle previsioni. Secondo il governo, sarà spinta dalle misure che in programma con la prossima manovra. Il deficit continuerà a scendere toccando il punto più basso dal 2007. “Coerentemente con le regole Ue, l’esecutivo chiederà uno spazio fuori dal Patto di Stabilità fino a 0,4 punti (circa 6 miliardi)”.
Si parla espressamente di “circostanze eccezionali” che il Paese ha affrontato sul fronte dei migranti e a causa del sisma del Centro Italia. “La sintesi è: il deficit va giù, il Pil va su – ha detto Renzi – tutti e due con una traiettoria meno ampia di come avremmo voluto ma entrambi continuano ad andare nella giusta direzione”.
“Oggi è San Prudenzio, ha vinto la linea Padoan”, ha scherzato il premier. I numeri indicano una crescita ferma allo 0,8% per quest’anno (dall’1,2 previsto in aprile) e che però potrebbe raggiungere la soglia psicologica dell’1% nel 2017 “con un guadagno non irrilevante”, come ha sottolineato Padoan, grazie alla spinta agli investimenti e alle misure sul sociale.
Il target di deficit nel 2016 salirà al 2,4% (rispetto al 2,3%) e l’anno prossimo si attesterà al 2% (rispetto all’1,8%). Renzi ha parlato di un “massimo” di 0,4 punti concessi da Bruxelles, ma dalla Commissione avevano fatto sapere che c’era un orientamento favorevole a concedere sì nuovi margini ma fino al 2,3%.
“Si tratterà comunque di utilizzare non la flessibilità prevista dalla comunicazione Juncker ma le circostanze eccezionali previste dai Trattati”, ha detto Renzi. Saranno “scongiurati” aumenti di tasse legate alle clausole di salvaguardia, come ha confermato Padoan. Si vedrà “un aumento” della spesa sanitaria, ha detto il premier. “Il debito/Pil non scende, lo ammetto io”.