“Russia Unita” sfonda nelle elezioni per il rinnovo della Duma conquistando un 54,21% che sa di plebiscito. A Putin va quindi meglio del previsto, il partito di governo vince infatti le legislative con la maggioranza qualificata dei due terzi dei seggi necessaria per riformare la costituzione.
Avrà 343 seggi su 450, circa 100 seggi in più dei 238 ottenuti nel 2011. Il Partito Comunista è al 13,54%, poi i Liberal-democratici con il 13,28% e Russia Giusta col 6,19%. L’affluenza crolla al 47,84%. “I problemi sono molti, le questioni aperte sono molte, ma la sostanza è una: le persone comunque scelgono Russia Unita”, ha detto Putin.
L’affluenza al 47,99% “non è la più alta che abbiamo visto, ma è alta” ha continuato Putin, prendendo la parola in una visita a sorpresa al quartier generale del movimento nella notte elettorale. “Per Russia Unita è importante il risultato, ed è buono“, ha aggiunto.
“La situazione in Russia non è facile, le persone lo sentono e cercano la stabilità politica ma la fiducia va meritata“. “Le persone sono in attesa di azioni, non parole”, ha aggiunto l’ex ministro delle Finanze e capo del Centro per la ricerca strategica Alexey Kudrin, pochi mesi fa richiamato dal Cremlino e impegnato a trovare una exit strategy dalla crisi.
Ieri il leader del partito comunista Kprf Gennady Zhiganov aveva lanciato accuse sul fatto che i piccoli partiti, come quello dei pensionati, sono stati “studiati” per portare via voti al suo, che nel Parlamento uscente era saldamente il secondo partito, dopo Russia Unita, la fazione al governo.