Carlo Azeglio Ciampi, nasce a Livorno il 9 dicembre 1920, figlio di Pietro Ciampi e di Maria Masino. Studente modello e con ottimi voti sin da giovane, si mise in mostra fin da subito in diversi soggiorni di studio all’estero, tra cui Lipsia.
Laureatosi nel 1941 alla Normale di Pisa, con una tesi in filologia classica e letteratura greca intitolata “Favorino d’Arelate e la consolazione Περὶ φυγῆς”, dove dove aveva conosciuto anche Franca Pilla, futura moglie, venne chiamato alle armi dall’esercito italiano nella seconda guerra mondiale; poi dopo l’armistizio si rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e per mesi e mesi scampò alla cattura assieme ad un gruppo di antifascisti sulle montagne dell’Abruzzo.
Laureatosi in Giurisprudenza nel 1946, partecipò al concorso per entrare nella Banca d’Italia dove entrò dapprima come impiegato, prima di diventare governatore nel 1979 (fino al 1993 per complessivi 47 anni di servizio).
Proprio nell’aprile 1993 (dopo il caos Tangentopoli), riceve l’incarico di formare il governo tecnico di transizione (prima volta nella storia di un presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica), con particolare riferimento proprio alla politica monetaria ed economica, lasciando l’incarico nel maggio dell’anno successivo: una sorta di traghettatore verso una nuova fase della repubblica Italiana.
Dopo tre anni di incarico come ministro dell’economia (in cui riesce a riportare sotto il 3% il rapporto deficit/PIl del bilancio pubblico) tra il 1996 ed il 1999 (Sotto il governo Prodi e D’Alema e in piena transizione verso la moneta unica europea), viene eletto Presidente della Repubblica, il decimo della storia, il 13 maggio 1999, alla prima votazione, con una larga maggioranza (707 voti su 1010).
Presidente dai toni riservati e pacati ma risoluti, europeista, attivo sia sul fronte di politica interna che estera, con particolare riferimento all’integrazione dell’Italia alla moneta unica europea (ricordato anche per l’apertura dei giochi olimpici invernali di Torino 2006), terminò il suo incarico il 15 maggio 2006, giorno del giuramento del suo successore Giorgio Napolitano.
La sua carriera politica proseguì come senatore a vita e come presidente del comitato organizzativo delle manifestazioni per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, rimanendo figura di riferimento del pensiero politico italiano anche negli anni successivi, nonostante i sempre crescenti problemi di salute.