La seconda puntata di Squadra antimafia 8 si apre con Anna al carcere militare: il medico legale ha accertato la morte di De Silva ma non ha fatto l’autopsia. L’agente dei servizi segreti non vuole darle il fascicolo che lo riguarda. In una località segreta, lo stesso agente che lo aveva prelevato alla Duomo per portarlo in carcere, gli fa iniettare una dose di adrenalina: De Silva è ancora vivo. Anna sa che dietro l’intera faccenda ci sono i servizi: “A loro serve di più da morto”.
Nel frattempo alla Duomo, Licata si informa sulla morte di Rosy Abate. La Cantalupo decide di affidare il caso a Caputo e a Rosalia.
De Silva, nel suo nascondiglio, esamina le foto dei suoi nuovi obiettivi: i Marchese. Proprio mentre il boss Reitani è da loro per proporre il suo affare: barrette di uranio che sul mercato nero vale una fortuna. “Come mai non lo avete proposto ai Corda quest’affare?”, gli chiedono. “I Corda non hanno fatto niente per farmi uscire di galera”, risponde il boss. I Marchese gli chiedono del tempo per pensarci.
Rosalia va in carcere dalla madre per sapere se sa qualcosa dei quattro uomini uccisi nell’agguato e sui quali Tempofosco stava indagando. Quarant’anni fa i quattro, soprannominati “il gruppo di fuoco”, avevano sterminato i Mazzeo, una famiglia che aveva pestato i piedi sia ai Corda che i Marchese. “Un filo unisce il passato con il presente”, commenta Anna alla ricerca dell’uomo che li sta tessendo.
Anna va da Vito, lo aggiorna su tutto quello che ha scoperto e lui – che ancora non vuole tornare in servizio – le consiglia di parlare con un militare del carcere. Ma prima di lei arriva Rachele Ragno che vuole sapere la verità sul suicidio di De Silva: il militare le dice di non avere molte informazioni ma sa che nessuno lo ha visto morto. “Ce lo devo mandare io all’inferno a De Silva”, dice Rachele prima di uccidere il militare.
Squadra antimafia 8, seconda puntata
La squadra scopre che nel gruppo dei quattro c’era anche Giovanni Reitani che è stato in carcere in America per 30 anni. Nel frattempo i Marchese fanno sapere al boss di non essere interessati al traffico dell’uranio. Lui, rimasto solo, ricorda le aggressioni subite nel carcere americano da parte dei poliziotti.
Intanto Giano aiuta Anna a trovare maggiore confidenza con la pistola. Settembrini viene chiamato da un suo amico dell’Interpol: Reitani dopo l’America è stato in Africa ma qualche settimana fa è volato a Roma e poi è arrivato a Catania.
Settembrini è a cena quando al suo tavolo si siede proprio Reitani. “Ho una questione in sospeso con i Marchese e tu mi devi aiutare”, dice il boss. Giano vorrebbe portarlo alla Duomo ma Reitani rilancia: “Vuoi che la Cantalupo sappia tutto quello che hai fatto?”. Il boss ha un filmato in cui il poliziotto prende delle tangenti da uno spacciatore: Giano aveva fatto sparire le prove contro di lui, evitandogli il carcere. “L’unica cosa che devi fare è lasciare questa chiave nel posto giusto”, conclude Reitani.
Uscito dal ristorante, Reitani ammazza uno dei Marchese. L’indomani la Duomo trova il cadavere: si tratta di Saverio Castro, luogotenente di Tindaro Marchese. Giano riceve un messaggio da parte del boss che gli dice di lasciare la chiave dentro l’auto e lui segue le indicazioni. La chiave apre una cassetta di sicurezza.
Squadra antimafia 8, seconda puntata
La ditta risale a una ditta di import/export e raggiungono i magazzini dove hanno sede i traffici dei Marchese. Inizia un conflitto a fuoco e Anna per poco non viene uccisa: a salvarle la vita è Filippo De Silva: “Sto lavorando per il governo italiano e da morto mi muovo meglio”. Anna gli chiede chi ha ucciso Davide ma lui non le risponde: “Mi faccio risentire io”.
Dopo il primo blitz, la Duomo mette a punto una serie di retate che mettono a duro colpo il clan dei Marchese. “Tutto merito della chiave che ha trovato Giano”, commenta Nigro. Il collega riesce solo a contrarre la mascella ripensando alle parole di Reinati.
Intanto arrivano le immagini dell’omicidio alla pompa di benzina: Remo Bonanno è il presunto killer di Rosy Abate. Caputo, Orso e Bertinelli vanno a casa del cugino dove si nasconde ma se lo lasciano scappare. Secondo il cugino, la Abate aveva un tesoro di milioni di euro e Bonanno lo voleva trovare per riscattarsi degli anni passati in carcere.
Anna convoca tutti nel suo ufficio e racconta di De Silva mentre Vito passa alla Duomo e torna a essere operativo.
Squadra antimafia 8, seconda puntata
La squadra ha sottratto tutta la droga ai Marchese ma i calabresi vogliono comunque i soldi: adesso l’unica soluzione per loro è accettare l’affare dell’uranio che gli aveva proposto Reitani. Tindaro Marchese manda l’avvocato da Saverio Torrisi per capire come procedere con la storia dell’uranio: Torrisi vuole occuparsene in prima persona e vuole uscire dal carcere.
Gerlando Marchese continua a non essere convinto del “business dell’uranio” e non si fida del ritorno del boss, ma Tindaro decide di telefonare a Reitani e di accettare la sua offerta.
Alla Duomo intanto, controllando la carta di credito di Reitani trovano il nome di Patrizia e sperano di poterlo così rintracciare. Anna però non capisce chi c’è dietro l’omicidio del tirapiedi dei Marchese e chiede un parere a Giano. Lui dice di non saperne niente, anche se non è vero. Nemmeno i Corda riescono a capire chi ci sia dietro questa scia di sangue.
Rachele intanto finisce in un rifugio per senzatetto; lì la raggiunge Antimo Corda: “Mio padre ha un proposta da farti”, le dice. E lei accetta di sapere di che si tratta.
Vito rintraccia la villa che il boss ha affittato con il nome della ballerina Patrizia ma prima della Duomo nella casa di Reitani arriva Gerlando Marchese. “Mi pare che il tuo business sia arrivato al momento giusto, dopo che gli sbirri ci hanno preso la raffineria”, inizia Marchese. Mentre parlano però alla villa arrivano Anna e Carlo; Gerlando pensa si tratti dell’ennesima imboscata e tira fuori la pistola.
Segue una colluttazione (Gerlando perde il suo anello) e Reitani lo ammazza sotto gli occhi di Patrizia, la quale gli aveva dato il primo colpo in testa. “Dopo quello che abbiamo fatto insieme siamo uniti per sempre. Ma non ti preoccupare ci sono io a proteggerti”, dice il bossa alla ballerina visibilmente sotto choc. Poi, quando i poliziotti bussano alla porta, le ordina di pulire tutto.