L’Unione Europea torna a parlare della Brexit ma anche della crisi dei migranti e della ripresa economica che al momento è ferma.
È toccato a Jean-Claude Juncker presentare a Strasburgo, l’annuale discorso sullo Stato dell’Unione. Il presidente della Commissione Europea ha voluto subito rassicurare: “L’Unione Europea non è a rischio”, riferendosi alla Brexit.
“Il patto di stabilità non deve diventare un patto di flessibilità, ma deve essere applicato con flessibilità intelligente per non ostacolare, non bloccare la crescita dell’economia” dichiara e se è vero che il livello del deficit dal 2009 è sceso dal 6,3% medio all’1,9%, “i debiti continuano a essere troppo alti”.
“I nostri amici e partner internazionale si chiedono con preoccupazione se la Brexit non sia l’inizio dello scioglimento dell’Ue – ha sottolineato Juncker – ma noi siamo sicuri che, pur rispettando e deplorando questa decisione, non c’e’ un pericolo per l’esistenza dell’Ue”.
Per quanto riguarda gli investimenti “dobbiamo fare di più” e quindi “propongo di raddoppiare la durata e la capacità finanziaria” dell’Efsi affinché “fornisca almeno 500 miliardi di euro entro il 2020 e 532 miliardi fino al 2022” ha detto Juncker.
“L’Europa dei 28 è l’oggi, quella a 27, è l’avvenire, quella a 19 dell’Eurozona, è il cuore pulsante della Ue” ha detto il Commissario per gli affari economici, Pierre Moscovici, riferendo ieri al Parlamento europeo sulla riunione del G20.
E venerdì prossimo i 27 capi di stato e di governo si riuniranno a Bratislava.