Le industrie dolciarie statunitensi pagarono i ricercatori per nascondere ed ignorare le sempre più schiaccianti prove sui legami tra consumo di zuccheri e malattie cardiovascolari. Gli studiosi si ‘concentrarono’ invece sui grassi, una mossa che ha influenzato studi e linee guida per i decenni successivi.
Ad affermarlo sono alcuni documenti dell’epoca pubblicati dalla rivista Jama Internal Medicine. I documenti, analizzati da alcuni esperti dell’Università di San Francisco, dimostrano che un gruppo chiamato Sugar Research Foundation pagò tre medici di Harvard con l’equivalente di 50mila dollari attuali per pubblicare una review sull’alimentazione e i rischi cardiovascolari.
L’esito, su indicazione del gruppo, minimizzava il ruolo degli zuccheri, esaltando invece i rischi legati al consumo di grassi: “Questo – sottolinea uno degli autori -, riuscì a dirottare la discussione sugli zuccheri per decenni”. Anche la Coca Cola aveva finanziato con milioni di dollari ricerche su questo tema.