Dopo molte discussioni e riunioni, è scattata la tregua di sette giorni in Siria concordata da Washington e Mosca. Il regime del presidente Bashar al Assad ha annunciato l’entrata in vigore del cessate-il-fuoco in tutto il Paese, martoriato da 5 anni di guerra civile, precisando che le sue forze risponderanno “con decisione” a qualunque violazione.
Il piano faticosamente concordato potrebbe “rappresentare l’ultima chance per salvare la Siria unita”, dice il segretario di Stato Usa, John Kerry anche se aggiunge che è troppo presto per valutare la tenuta della tregua.
Mosca, dal canto suo, ha dichiarato di avere la capacità di monitorare la tregua.
Verrà inoltre allestito un centro per coordinare le azioni di Mosca e Washington nella lotta al terrorismo in Siria. L’applicazione della tregua sarà monitorata con l’uso di droni.
Le trattative tra i rappresentanti del governo siriano e l’opposizione potrebbero cominciare agli inizi di ottobre. Lo ha precisato il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov.
Intanto il Pentagono ha confermato l‘uccisione del leader jihadista Al-Adnani, capo della propaganda dell’Isis e considerato il numero due del sedicente Stato Islamico. È stato ucciso il mese scorso durante un raid aereo statunitense nel nord della Siria.