Girò dei video hot che divennero, suo malgrado, virali sul web. La vergogna e la depressione, dopo mesi di fuga e di “ricostruzione” della propria immagine, alla fine hanno avuto la meglio e la giovane Tiziana Cantone ha deciso di togliersi la vita impiccandosi con un foulard nella sua casa di Mugnano (Napoli).
Aveva ingaggiato anche una battaglia legale per il diritto all’oblio che riuscì a vincere. Il suo avvocato, Roberta Foglia Manzillo, aveva ottenuto di recente dal tribunale di Napoli nord un provvedimento d’urgenza con il quale si intimava a un social network di rimuovere post, commenti e contenuti multimediali relativi alla donna.
Ma era troppo tardi perché la diffusione capillare delle immagini, della sua foto, delle generalità era ormai divenuta incontrollabile. A diffondere il video era stata la stessa Tiziana, inizialmente a un ristretto numero di amici. Uno di loro, però, l’avrebbe tradita trasmettendolo a qualcun altro.
Le immagini in breve tempo sono finite praticamente ovunque, siti porno compresi. La donna lavorava nel locale di cui erano titolari i genitori, e in seguito alla diffusione dei video fu costretta a lasciare l’attività.
La procura adesso indaga per istigazione al suicidio. Tiziana era stata condannata a rimborsare le spese legali a cinque siti per, complessivamente, circa 20mila euro. Lo si legge nella decisione del giudice sul provvedimento di urgenza chiesto dalla donna per la rimozione dei video.
E proprio la condanna al pagamento delle spese giudiziarie sarebbe stato, secondo la madre, il motivo scatenante del suicidio. I sei suoi amici, destinatari del video, finora sono stati sentiti come persone informate sui fatti. La Procura è intenzionata ad andare a fondo.