Siamo a Offidella un piccolo paesino del Lazio dove Angela Tusco, tre figli, un matrimonio in crisi, è la capocucitrice alla fabbrica Charmant, azienda che ha fatto diversi tagli negli ultimi tempi. Il proprietario da mesi l’ha messa in vendita ma non la vuole comprare nessuno quindi ha deciso di metterla in liquidazione: le lavoratrici rimaste sono pronte a iniziare lo sciopero.
In fabbrica c’è pure un incidente: la stiratrice va in corto circuito e Angela per un soffio riesce a salvare la vita a Gina, l’amante del marito. La voce subito circola in paese e Angela va da suo marito Fabio per dirgli di andarsene da casa la sera stessa.
Caty, la figlia più grande, chiede direttamente alla madre cosa sta succedendo ma Angela preferisce non essere del tutto sincera. Fabio passa da casa a prendere le valigie, chiedendo ancora una volta alla moglie di parlare ma lei ribadisce che le parole non potranno cancellare quello che è successo.
L’indomani le lavoratrici iniziano lo sciopero davanti alla fabbrica ma intervengono i carabinieri: nella foga Angela dà un calcio a uno dei militari intervenuti e il comandante, nuovo arrivato in paese, decide di portarla in caserma. Il carabiniere tenta di darle una bella strigliata, Angela però gli mostra di che pasta è fatta e lui la lascia andare. Lei allora va al liceo dei suoi figli incontra dopo 20 anni Paolo, un suo ex tornato a insegnare matematica a Offidella. Insieme vanno a pranzo e si raccontano quello che è successo negli anni in cui non si sono visti: dato quello che sta succedendo in fabbrica lui le dice di provare ad acquistarla insieme alle altre lavoratrici usando le loro liquidazioni.
Nel frattempo Caterina va da suo padre e gli chiede spiegazioni sulla separazione: lui le confessa di aver avuto una storia di un paio di mesi ma anche che vorrebbe essere perdonato dalla moglie. La ragazza non la prende bene. Intanto il video di Angela che viene fermata dai carabinieri, ripreso da un videoamatore che lavora per un blog, spopola in rete…
Quando Caty torna a casa decide di parlare con la madre e con il fratello Ercole. Sa del tradimento adesso e vorrebbe avere maggiori spiegazioni: Angela però dice loro che non è tanto la storia il problema quanto la mancanza di fiducia nei confronti del marito.
Il giorno dopo il proprietario della fabbrica, Marchese, e il vicesindaco Delfino vanno in azienda a parlare con le operaie. Alla riunione arriva anche Paolo, dopo aver incontrato fuori dal liceo Fabio, il quale non sembra molto felice di rivederlo. Il proprietario dell’azienda dice di non avere più nemmeno i soldi per fare la revisione delle macchine e allora Angela gli fa la loro offerta che deve passare dalla revisione dei libri contabili.
Rimbocchiamoci le maniche, prima puntata
Per Angela le cose sono andate “troppo lisce”, e in effetti il vicesindaco e Marchese sono in combutta. Dario, il blogger, li sente parlare e comincia a fare delle indagini al Comune. Nel frattempo Paolo si mette a visionare i libri contabili e pensa a un rilancio dell’azienda per poter chiedere un prestito in banca per ripartire con la produzione.
Paolo quindi invita di nuovo Angela a pranzo fuori e Fabio si guarda la scena da lontano prima di tornare a casa dalla madre la quale gli dice ancora una volta che era meglio se sposava a una ragazza “più tranquilla”.
Una delle operaie di notte passando dalla fabbrica si accorge della presenza di un camion e tutte si riuniscono per andare a vedere che succede: ci sono degli uomini che stanno prendendo le macchine, gli è stato ordinato di portarle in Turchia. Le donne riescono a fermarli e decidono di occupare l’azienda.
Dario riesce a entrare l’indomani alla fabbrica e mostra ad Angela la delibera comunale con la quale è stata cambiata la destinazione d’uso del suolo dove sorge: il terreno ora è edificabile quindi il valore è venti volte superiore per la messa in vendita. Angela va direttamente dal sindaco a parlare, lui le dice che quel terreno è l’unico dove poter costruire le casa popolari che aveva promesso a inizio mandato e che Marchese gli aveva garantito che avrebbe spostato la fabbrica.
Il primo cittadino, amico di famiglia di Angela, è davvero mortificato e capisce di aver riposto male la sua fiducia: “Perché non ci provi tu a fare il sindaco?“, dice allora ad Angela. Quella che sembra una provocazione, piano piano diventa un’idea. Paolo e le sue colleghe incitano Angela a provarci: solo diventando sindaco potrebbe salvare la fabbrica. Lei è scettica, ma non sembra esserci alternativa.
Rimbocchiamoci le maniche, prima puntata
Angela ne parla allora a casa con i figli i quali la sostengono immediatamente. Si parte quindi con la campagna elettorale.
La madre di Fabio gli mostra il giornale dove si parla della candidatura a sindaco di Angela: lui quasi non ci crede ma poi le va a chiedere spiegazioni in fabbrica: “Chi è Paolo che ti mette in testa certe cose?”, le dice con una punta di gelosia.
La fabbrica poi viene aperta ai cittadini, ognuno con le sue proposte, mentre Delfino nei suoi comizi promette cose assurde. Ma se Angela ha molti sostenitori altrettanti sono gli scettici pieni di pregiudizi; e la campagna elettorale, con i suoi ritmi assurdi, la porta sempre più lontano da casa e dai suoi figli. Ferdinando, il più piccolo, comincia a soffrirne.
Rimbocchiamoci le maniche, prima puntata
Angela e Paolo sono sempre più vicini. Lui le confessa che dopo la storia che hanno avuto in passato, tutte le altre donne “sono state un ripiego” e che adesso è separato da dieci anni. Quando la riaccompagna a casa, ad aspettarli c’è Fabio che fa una scenata di gelosia.
L’indomani i carabinieri, su segnalazione di Marchese, si operano per uno sgombero coatto della fabbrica. Angela vorrebbe arrendersi ma sostenuta da Paolo, i suoi figli e le sue amiche fa comunque il comizio, fuori dal cancello, e con le lacrime agli occhi. Il suo discorso piace e convince la piccola folla che si è radunata a sentirla con profondo stupore di Fabio.
Arriva il giorno delle elezioni: ai seggi Ercole incontra Rebecca, la compagna di scuole che gli piace che si scopre essere la figlia del vicesindaco Delfino. Dopo un testa e testa serrato, per una manciata di voti Angela riesce a diventare sindaco.
“Questa fa la facciamo cadere in un mese”, dice Delfino parlando al telefono mentre in piazza tutti gli applausi sono per il nuovo primo cittadino.