“Il governo Prodi aveva fatto una sorta di quattordicesima, per chi prende meno di 750 euro. Pensiamo di ragionare su un’ipotesi del genere”. Il premier Matteo Renzi, ospite di Porta a Porta, ha rilanciato la propria azione di governo. “L’obiettivo è mettere denari in tasca a chi di pensione ne prende poco”.
Il referendum? Si voterà “tra il 15 novembre e il 5 dicembre”. La decisione definitiva arriverà entro il 25 settembre. Se vince il “no” non arriveranno le dimissioni. Passo indietro? “Non ci ho ripensato. Il punto è che dal giorno dopo in cui ho detto che me ne sarei andato se avesse vinto il “no”, tutti dicevano che volevo personalizzare il referendum e che volevo fare un plebiscito. Così non ne parlo più”.
“Tutti quelli che stanno tre anni prima della pensione, se accettano l’anticipo pensionistico che costi una inezia o accordi con gli imprenditori, possono decidere di andarsene”, ha poi aggiunto Renzi. Il premier promette poi di sbloccare i contratti dei dipendenti pubblici fermi da sette anni e di procedere quindi all’adeguamento salariale.
Con la legge di stabilità, assicura il premier, verranno tagliati i contributi per le partite Iva non iscritte agli ordini: si parla di 500mila persone. E sul rapporto deficit/Pil, Renzi assicura che “non sforerà il 3%“: “Io dico che dobbiamo cambiare l’approccio economico europeo, ma dobbiamo dire che è buonsenso non indebitare le future generazioni”.
“Noi siamo pronti a cambiare l’Italicum se ci sono i numeri in Parlamento. Sia che la Corte Costituzionale dica sì, sia che dica no”, ha detto Renzi sulla possibile bocciatura della Consulta di una parte della legge elettorale. “Io sono per le preferenze, ma mi va bene anche il collegio uninominale“.
“Non ho mai visto tante bugie tutte insieme”, ha quindi aggiunto Renzi sul caos M5S in Campidoglio. “Le scene di queste ore sono francamente indecorose. Ma io personalmente e umanamente sono dispiaciuto. Mi dispiace perché vedo in questa vicenda tante bugie, e non ho mai visto tante bugie tutte insieme, ma io non festeggio“, afferma il premier.
“A me dispiace. Io non dico ‘evviva’ perché vedo gli altri fallire. Virginia Raggi rappresenta Roma. Se lei fa bella figura, fa bella figura Roma. Noi siamo perché Roma risolva i suoi problemi e, da governo, siamo pronti a dare una mano”. “Se indagano uno del Pd deve andare in galera, se indagano uno dei Cinque Stelle è colpa dei poteri forti“, ha concluso il premier.