“Siamo bloccati dentro. Esplosione e poi spari. Questo forse è il mio ultimo tweet”. A Kabul, in Afghanistan, si continua a spargere sangue. Questa volta all’American University, presa d’assalto così come raccontato in diretta dai centinaia i messaggi inviati, come quello mandato su Twitter dal fotografo premio Pulitzer Massoud Husseini.
Molti studenti hanno messo in Rete i loro appelli disperati dopo essere rimasti intrappolati dentro il campus mentre i miliziani sparavano all’impazzata. Un attacco feroce che arriva dopo la strage di luglio contro la minoranza hazara. Il bilancio è di 15 morti, di cui sette studenti mentre i feriti sono 44, 19 dei quali trasportati nell’ospedale di Emergency. In 700 sono stati salvati. Oltre all kamikaze che si è fatto esplodere su all’ingresso del campus, due militanti sono stati uccisi dalle forze speciali.
“Sono arrivate ora in pronto soccorso altre due studentesse, sono saltate dalla finestra per scappare all’assalto. La guerra è barricarsi con i banchi per cercare di sopravvivere”, ha confermato su Facebook Cecilia Strada, presidente della Ong italiana. Secondo una prima ricostruzione, l’attacco è iniziato verso le sette di sera, quando gli studenti si stavano incamminando verso casa.
Prima un’esplosione ha creato un varco nel muro del compound. Poi un gruppo di uomini armati è entrato in azione, alcuni con indosso cinture esplosive. Ed è iniziata la carneficina di studenti e insegnanti. L’American University di Kabul (Auaf come viene chiamata dagli studenti) è uno dei luoghi più protetti della città. Ma a poco sono serviti ieri gli uomini messi a guardia dei quattro acri del campus voluto dal presidente Karzai. La presenza di guardie di controllo, però, ha permesso alle forze speciali di intervenire abbastanza rapidamente.
Secondo i testimoni, dopo i primi allarmi è iniziato un conflitto tra miliziani e agenti a colpi di granate. Un diversivo che ha permesso ad alcuni studenti di fuggire. Tra le vittime, secondo il ministero della Sanità, una guardia e un professore straniero di cui non è stato comunicato il nome. Nessun gruppo ha rivendicato l’attentato.