Una recente inchiesta del New York Times ha svelato parecchie informazioni su “EMNI”, un’agenzia dell’ISIS incaricata di reclutare combattenti e pianificare attentati all’estero. Secondo i risultati dell’inchiesta, che si è basata sulla consultazione di documenti dei servizi d’intelligence europea, sulle informazioni di alcuni ufficiali statunitensi e di ex combattenti di Daesh, EMNI sarebbe un ingranaggio fondamentale nella guerra globale del terrore lanciata dal Califfato.
Obbiettivo di quest’agenzia costituita nel 2014 è portare attacchi in territori al di fuori delle zone controllate da Daesh. Per far questo, EMNI recluta, addestra ed invia all’estero i suoi soldati pronti al martirio; si tratta a volte di giovani da poco arrivati nei territori del califfato, ma anche di ‘soldati’ già ben addestrati, che hanno alle spalle esperienza bellica e conoscenze tecnico militari maturate in battaglia in Siria ed Iraq.
I soldati selezionati per gli attacchi all’estero sono poi raggruppati in piccole unità sulla base della loro lingua madre e nazionalità. A volte si incontrano per la prima volta solo alla vigilia del trasferimento all’estero. Il modello operativo è quello noto dei piccoli commandos, che ha caratterizzato gli attentati di Parigi e Bruxelles. È opera dell’EMNI anche l’organizzazione delle missioni in Tunisia, al museo del Bardo prima e sulla spiaggia di Soussa dopo.
Intervistato dal NYT, Harry Sarfo, un ex combattente di Daesh oggi detenuto in Germania, afferma di aver incontrato lo scorso anno parecchi membri di EMNI durante un suo soggiorno in Siria. “Mi avevano detto di avere molti combattenti già in Europa, pronti a passare all’azione” ha affermato il miliziano dal carcere; “Volevano sferrare attacchi simultanei. Inghilterra, Francia e Germania erano i bersagli per queste azioni”. Arrestato il 20 luglio del 2015, Sarfo è stato condannato a tre anni di prigione.
Quando è nato nel 2014, EMNI era solo un organo per la sicurezza interna del Califfato, i cui membri avevano come principale missione il controspionaggio e la identificazione di informatori infiltrati. Ma con il passare del tempo questa Agenzia ha visto allargarsi i confini della propria missione e, facendo leva sulle capacità d’intelligence acquisite, ha esteso il proprio campo d’azione all’estero .
“Si tratta di mandare combattenti dappertutto per il mondo; condurre delle azioni violente, uccidere o reclutare degli altri giovani o organizzare la spedizione di prodotti chimici in Siria per la fabbricazione di armi” ha rivelato uno jihadista francese interrogato in Francia dopo la sua cattura; “Ciascun agente di EMNI riceveva 50 mila euro per organizzare un attacco in Europa” ha inoltre affermato, come riportato dalla testata francese ‘Parisien’.
L’inchiesta del NYT ha anche messo in luce le tecniche di EMNI per rendere più difficile la prevenzione degli attacchi. L’organizzazione fa ricorso a degli intermediari per i contatti tra i candidati ad azioni terroristiche nel loro paese ed istruttori esperi infiltrati in Europa. Questi intermediari sarebbero dei musulmani di recente conversione, uomini “puliti” senza collegamenti precedenti con l’Islam radicale. Il loro ruolo è essenzialmente quello di passare delle consegne ai terroristi o di trasmettere i loro video con il giuramento di fedeltà a Daesh prima dell’attentato. È così che alcuni terroristi, in apparenza isolati, hanno in realtà potuto godere dell’appoggio di Daesh per portare a compimento le loro missioni di morte.
A capo di questa organizzazione segreta ci sarebbe il portavoce dello stato islamico e “ministro” della propaganda Mohammed al-Adnani. È un Siriano di 39 anni, nato nel nord del paese. Personaggio discreto, che si muove nell’ombra e di cui si sa poco; pochi, all’interno di Daesh, lo conoscerebbero. Il jihadista tedesco Harry Sarfo lo ha incontrato una sola volta e ad occhi bendati, quando ha prestato giuramento di fedeltà al califfato.
Alle direttte dipendenze di al Adnani, alcuni collaboratori sarebbero responsabili di pianificare gli attentati nelle diverse regioni del mondo. Vi sarebbe un servizio segreto per gli affari europei, un altro che si occupa di affari asiatici ed infine un terzo che opera nel mondo arabo. Tra i collaboratori di al-Adnani, due sono i personaggi di particolare interesse per l’intelligence dei paesi occidentali: un tal Abou Souleymane, francese di una trentina d’anni e Abou Ahmad, che sarebbe di origine siriana. Costoro sarebbero i due bracci destri di al-Adnan. A loro il compito di identificare i bersagli, selezionare i commandos ed occuparsi della logistica delle operazioni. Entrambi avrebbero avuto un ruolo centrale negli attacchi coordinati di Parigi. Il nome Souleymane sarebbe stato sentito da un ostaggio al teatro Bataclan; il ruolo di Ahmad sarebbe stato descritto da Adel Haddadi, un jihadista algerino arrestato in Austria.